Il terrorista Atta a passeggeri aereo
"Abbiamo alcuni aerei. State buoni e tutto andrà bene. Stiamo tornando in aeroporto". Sono le parole di Mohammed Atta ai passeggeri del volo Aa11 partito da Boston alle 8 del mattino dell'11 settembre 2001. Per la prima volta le trasmissioni radio tra controllori di volo e i dirottatori sono stati resi pubblici. La voce del capo dei kamikaze è stata ascoltata nell'aula della Commissione che indaga sulle stragi al World Trade Center, al Pentagono.
I controllori avevano perso il contatto con l'aereo quando fu intercettata un'altra comunicazione di Atta: "Nessuno si muova. Tutto andrà bene. Se vi muovete metterete in pericolo voi e l'aeroplano. State buoni". Si cercò di contattare il Pentagono per coinvolgere un centro di allerta militare di Atlantic City in New Jersey chiuso da tempo. Alle 8.37 un controllore della Federal Aviation Administration (Faa) riesce a parlare con il Neads, il centro di difesa aerea del Nord Est a Boston: "Abbiamo un aereo dirottato che sta volando verso New York. Fate qualcosa, mandate qualche F- 16. Aiutateci". Caccia F-15 decollarono alle 8.46 dalla base Otis dell'Air Force, ma ormai era troppo tardi. Quaranta secondi dopo il volo Aa11 si schiantò contro il World Trade Center.
Ugualmente caotica fu la reazione al dirottamento del volo 175, partito da Boston alle 8.14. Alle 8.47 i collegamenti dei controllori con la cabina di pilotaggio si interruppero. Alle 8.58 un controllore di New York cominciò a sospettare un altro dirottamento. "Abbiamo varie situazioni. Sta crescendo alla grande. Dobbiamo coinvolgere il Pentagono", implora alle 9 un manager del centro Faa di New York al centro di comando dell'agenzia a Herndon in Virginia, tre minuti prima dell'impatto del jet sulla seconda delle Torri Gemelle.
Il terzo volo, Aa77, era partito da Dulles vicino a Washington alle 8.20 e alle 8.54 aveva deviato dalla rotta. Il volo 77 riapparve sui radar alle 9.32: direzione Washington. La Faa chiese a un aereo militare cargo non armato di scortarlo: "Sembra che si sia schiantato sul Pentagono", riporta il pilota alle 9.38.
Il volo United 93 era partito da Newark alle 8.42 e alle 9.28 aveva smesso di comunicare con terra. "Vengono intercettate comunicazioni. "Restate seduti, abbiamo una bomba". Poi arriva una nuova comunicazione: "Questo è il capitano. Restate tutti seduti. C'è una bomba a bordo e stiamo tornando all'aeroporto per avere le nostre richieste...State buoni". Alle 10.03 l'aereo si schianta vicino a Jamestown, nella campagna della Pennsylvania.