mondo

"No a taglio di radici cristiane"

Il Papa critica la Costituzione europea

20 Giu 2004 - 12:32

"Non si tagliano le radici dalle quali si è nati". Con queste parole Giovanni Paolo II, parlando in polacco, ha criticato l'omissione delle radici cristiane dei popoli europei nella Costituzione europea approvata venerdì a Bruxelles. Già sabato, all'indomani della firma, l'Osservatore Romano, aveva parlato di " Europa dalla memoria sbiadita". "Si tratta", aveva detto il portavoce Navarro Valls, "di un misconoscimento dell'identità dell'Europa".

"Ringrazio la Polonia - ha detto il Papa durante l'Angelus in piazza San Pietro - che nelle istituzioni europee ha difeso fedelmente le radici cristiane del nostro continente, dalle quali è cresciuta la cultura e il progresso civile dei nostri tempi".

Il rammarico del Papa era già stato evidenziato sabato in un articolo dell'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. L'Osservatore parlava di "un' Europa dalla memoria sbiadita" quella che nella Costituzione non ha un richiamo alle radici cristiane.  Il giornale vaticano nota come "alla soddisfazione per il varo del Trattato costituzionale deve purtroppo affiancarsi il rammarico per i contenuti non all'altezza delle speranze e degli auspici. (...)L'Europa che guarda al futuro sembra essersi voluta privare di un caposaldo della sua memoria storica".

Durante la preghiera il Pontefice ha ricordato anche della tragedia dei rifugiati auspicando "un rinnovato impegno della comunità internazionale affinché siano rimosse le cause di quuesto doloroso fenomeno". "Ogni persona ha bisogno di un ambiente sicuro in cui vivere. I rifugiati aspirano a questo ma, in vari paesi del mondo, milioni sono purtroppo coloro che rimangono ancora nei campi di raccolta, o comunque a lungo limitati nell'esercizio dei loro diritti".

Infine Giovanni Paolo II ha rivolto la preghiera conclusiva al "cuore immacolato di Maria" affinche' "l'umanità, accogliendo il messaggio d'amore di Cristo, progredisca nella fraternità e nella pace e la terra diventi la casa comune di tutte le nazioni".

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