Martino invece smentisce tutto
La liberazione dei 3 ostaggi italiani in Iraq è stata possibile grazie al pagamento di un riscatto. Lo afferma al Sunday Times Abu Yussuf, che dichiara di aver filmato l'esecuzione di Fabrizio Quattrocchi. Yussuf racconta che per la consegna del cadavere furono versati 200.000 dollari mentre per gli altri 4 ostaggi (i tre italiani più il polacco), furono pagati 4 milioni. La replica di Martino: "Non è stata pagata neanche una lira di riscatto".
Nell'intervista al Sunday Times e riportata dal Corriere della Sera, Yussuf racconta anche gli italiani furono catturati in un agguato. "Dicevano che lavoravano in una società di sicurezza - racconta l'uomo - ma dalle carte capimmo che erano qualcosa di più: si erano addestrati in Israele". Poi si dedica all'uccisione di Quattrocchi, che venne giustiziato "con la sua pistola ma con un proiettile iracheno". Lui, dice, fu scelto come vittime "perché aveva lavorato in Bosnia e Nigeria, paesi dove i musulmani avevano sofferto". Quanto alle ultime parole di Quattrocchi, l'italiano si sarebbe rivolto a Yussuf dicendogli: "Tu che parli italiano, toglimi la benda e fammi morire come un italiano".
Le smentite
Diversa invece la versione dei fatti riportata dal ministro della Difesa Antonio Martino: "Per quanto mi risulta non è stata pagata neanche una lira di riscatto". "Del resto -rileva ancora il ministro a margine di una visita ai reparti italiani della missione Kfor in Kosovo- tutti coloro che si sono occupati della vicenda sostengono la stessa tesi, cioè che non c'e' stato alcun riscatto". Sulla stessa linea anche Palazzo Chigi che, in una nota, ha negato il pagamento di un riscatto
"Quattrocchi mai in Bosnia o Nigeria"
"Mio fratello non è mai stato in Bosnia nè in Nigeria: potete controllare con il passaporto. Era la prima volta che andava in una zona di guerra, la prima volta che si è fidato di chi l'ha chiamato". Così Graziella Quattrocchi, sorella di Fabrizio, risponde all' intervista publicata dal Corriere della Sera. "Fabrizio non era mai andato da nessuna parte, se non per vacanza - ha aggiunto Graziella -. Sapeva che c' era una situazione di grande tensione, ma non poteva immaginare che le cose erano cosi"'.
Graziella ritrova però il ritratto di Fabrizio nella descrizione che l' iracheno fa della body guard italiana. "Fabrizio era una persona davvero coraggiosa. Affrontava tutto con coraggio, a viso aperto perchè non aveva paura di nulla. Era una persona leale, era buono e se poteva aiutare qualcuno lo aiutava".