CASO INTERNAZIONALE

Marò, ambasciatore all'Aja: "Girone rischia altri 4 anni d'attesa, rientri"

Il Tribunale arbitrale deve stabilire chi abbia la giurisdizione sul caso. Per l'Italia la detenzione del fuciliere in India "lede i diritti umani"

30 Mar 2016 - 20:18

Per l'ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano nell'udienza al Tribunale arbitrale che si è aperta all'Aja, il marò Salvatore Girone "deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale" dell'arbitrato. Il procedimento arbitrale sul caso infatti "potrebbe durare almeno tre o quattro anni" e Girone rischia di rimanere "detenuto a Delhi, senza alcun capo d'accusa per un totale di sette-otto anni".

"Detenzione di Girone lede anche i diritti dell'Italia" - Girone, ha aggiunto l'ambasciatore, "è costretto a vivere a migliaia di chilometri dalla sua famiglia, con due figli ancora piccoli, privato della sua libertà e dei suoi diritti". "Il danno ai suoi diritti - ha sottolineato - riguarda l'Italia, che subisce un pregiudizio grave e irreversibile dal protrarsi della sua detenzione, e dell'esercizio della giurisdizione su un organo dello Stato italiano".

"I militari godono dell'immunità di Stato" - Azzarello ha quindi ricordato davanti ai giudici del Tribunale arbitrale ricordando che i marò coinvolti nell'incidente dell'Enrica Lexie mentre erano in servizio antipirateria per conto dello Stato "godono dell'immunità". L'India tuttavia, ha detto, "non ha rispettato nemmeno il principio basilare del giusto processo" e cioè quello di "formulare un capo d'accusa".

"Un essere umano non può venir usato come garanzia"
- "L'unica ragione per cui il sergente Girone non è autorizzato a lasciare l'India - ha sottolineato - è perché rappresenta una garanzia che l'Italia lo farà tornare a Delhi per un eventuale futuro processo. Ma un essere umano non può essere usato come garanzia per la condotta di uno Stato".

"L'Italia rispetterà qualsiasi decisione dei giudici"
- "L'Italia ha già preso, e intende ribadirlo nel modo più solenne, l'impegno di rispettare qualsiasi decisione di questo Tribunale", ha aggiunto Azzarello, compresa quella di "riportare Girone in India" nel caso in cui l'arbitrato dovesse riconoscere alla fine del procedimento la giurisdizione indiana.

Sentenza dell'Aja attesa tra 4 settimane - Il Tribunale arbitrale dell'Aja deve stabilire chi abbia la giurisdizione sul caso. L'Italia ha avanzato la richiesta di far rientrare in patria Girone, tuttora trattenuto in India, per tutta la durata del procedimento arbitrale sulla giurisdizione della vicenda che vede lo stesso Girone e l'altro marò Massimiliano Latorre accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo del Kerala, il 15 febbraio 2012. La sentenza è attesa tra circa 4 settimane.

L'India: "Rientro in patria di Girone inammissibile" - La richiesta italiana di far rientrare Girone in patria è "inammissibile". E' quanto si legge nelle Osservazioni scritte dell'India, depositate al Tribunale arbitrale il 26 febbraio e rese pubbliche in occasione della prima udienza. "C'è il rischio che Girone non ritorni in India nel caso venisse riconosciuta a Delhi la giurisdizione sul caso", prosegue il documento. "Sarebbero necessarie assicurazioni in tal senso" dall'Italia, che finora sono state "insufficienti".

"Ritardi rientro colpa dell'Italia" - L'India ha inoltre attribuito all'Italia la responsabilità del ritardo nel rimpatrio del marò Salvatore Girone. A sostenerlo è il legale del governo di Nuova Delhi, Neeru Chadha. I legali indiani ritengono i ritardi siano il risultato della decisione dell'Italia di portare la questione nei tribunali internazionali anziché lasciare gestire la situazione alle Corti indiane. "Il processo non è cominciato a causa di un ostruzionismo dell'azione da parte dell'India", ha detto Neeru Chadha. "L'Italia sta provando adesso a spostare la responsabilità sull'India", ha aggiunto.

"Il fuciliere non è in prigione, situazione ragionevole" - "Girone non è in prigione. Vive nella residenza dell'ambasciatore italiano a New Delhi", dove vive "bene" e "la sua famiglia può rendergli visita": sono quindi "condizioni ragionevoli" per una persona accusata di un reato grave. "Ciò che è veramente irreversibile - prosegue il testo indiano - è la morte dei due pescatori" indiani.

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