Militari credevano portassero esplosivo
Asino chi muore. Non è uno sberleffo indirizzato alle forze della coalizione e lasciato dai ribelli sui muri di qualche città irachena, ma la dura realtà di un Paese dove anche i somari rischiano di restare crivellati di colpi se si avvicinano troppo ai checkpoint. Come successo a tre asini freddati e poi bruciati a Khaldiah, ad ovest di Falluja, dalle truppe Usa nel timore che gli animali fossero imbottiti di esplosivo.
La curiosa notizia è stata resa pubblica dall'agenzia di stampa nazionale irachena NINA citando testimoni oculari che aggiungono: "Gli asini si stavano avvicinando ad una sede delle forze americane sulla superstrada nei pressi di Khaldiah". Ad un certo punto, raccontano sempre i testimoni, "soldati Usa hanno tagliato la strada circondando gli asini. Un cecchino ha aperto il fuoco uccidendone subito due, mentre il terzo era riuscito ad allontanarsi quando, a distanza di due chilometri dal luogo dove sono caduti gli altri due, è stato raggiunto da un colpo che lo ha ucciso".
L'agenzia stampa, aggiunge che "forse i soldati temevano che gli animali potevano essere stati imbottiti di esplosivi". Eventualità che sarebbe poi stata confutata dai fatti. E in questo caso gli asini, per una volta, non sarebbero state le bestie.