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La commissione parlamentare che indaga sui fatti del 6 gennaio 2021 arriva alla quinta udienza. Secondo un teste, il capo del Pentagono si attivò sul ruolo dell'Italia
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Donald Trump "era così frustrato dall'inazione del ministero della Giustizia, di fronte alle sue denunce di brogli elettorali, che tentò di silurare l'attorney general ad interim Jeffrey Rosen, sostituendolo con un oscuro ma compiacente dirigente del medesimo Dipartimento". Lo ha affermato lo stesso Rosen, uno dei testimoni chiamati a deporre nella quinta udienza pubblica della commissione parlamentare sull'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, focalizzata sulle pressioni dell'ex presidente nei confronti del ministero della Giustizia per ribaltare il voto.
Il capo del Pentagono si attivò sul ruolo dell'Italia - L'allora ministro della Difesa Christopher Miller, su richiesta del capo di gabinetto della Casa Bianca Mark Meadows, telefonò all'addetto militare Usa a Roma per indagare sulla voce secondo cui satelliti italiani (di Leonardo, ndr) avevano trasferito voti da Donald Trump a Joe Biden. Quest'altro dettaglio è stato riferito dallo stesso Miller, in una deposizione trasmessa in aula dalla commissione. La voce, rivelatasi una teoria cospirativa, è stata definita una "pura follia" dall'ex numero due del ministero della Giustizia Richard Donoghue.