sei mesi in ucraina, poi la libertà

Assassini e stupratori arruolati nella Wagner, la paura delle donne russe: "Al loro ritorno ci uccideranno"

Concessa la grazia ai detenuti che combattono in Ucraina per almeno sei mesi: ora le vittime e le loro famiglie temono ritorsioni e nuove violenze

20 Ago 2023 - 19:46
 © Telegram

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Ex detenuti, incarcerati principalmente per reati sessuali e omicidi, tornati in libertà a patto di arruolarsi nella brigata Wagner. Questa la notizia lanciata dal quotidiano inglese The Guardian che riporta la rabbia e le paure delle donne russe e soprattutto delle famiglie delle vittime.

L'accordo però è più complesso. Decine di migliaia di detenuti vengono reclutati dalla brigata di mercenari per combattere per sei mesi in Ucraina in cambio di una riduzione della pena. E se sopravvivono, sono autorizzati a tornare alla vita normale, senza scontare il resto della condanna. Molti tra i nuovi combattenti si erano macchiati di stupri, violenze e omicidi proprio nei confronti delle donne che ora chiedono giustizia. 

L'assassinio di Vera Pekhteleva

 Uno degli omicidi più efferati è quello commesso nel 2020 da Vladislav Kanyus che aveva torturato per ore Vera Pekhteleva prima di ucciderla. Al processo è emerso che le ferite sul corpo della vittima erano 111. La scorsa estate, un tribunale in Siberia lo ha condannato a 17 anni di carcere. Ma a metà maggio, la madre di Pekhteleva ha ricevuto due fotografie da un account anonimo su WhatsApp. Mostravano un uomo in divisa militare ed erano accompagnate da un messaggio: "Kanyus è libero e combatte in Ucraina". Quando i Pekhtelev hanno presentato una richiesta ufficiale alle autorità carcerarie per localizzare Kanyus, è stato detto loro che era stato trasferito al servizio carcerario della regione di Rostov ed era scomparso. Secondo gli attivisti questo è lo stratagemma che viene usato per i carcerati reclutati per combattere. Ora la famiglia, che ha sempre rifiutato di tacere sulla vicenda, teme ritorsioni da parte dell'uomo. Il caso infatti, era diventato di dominio pubblico, e la polizia che non si è presentata alle ripetute richieste di aiuto da parte dei vicini, è stata persino processata per negligenza.

La paura delle donne

 Un altro brutale assassinio è stato quello di Olga Shlyamina, 33 anni. Nel marzo 2021, in una piccola città nel nord della Russia, Vyacheslav Samoilov, l'aveva smembrata e aveva nascosto i suoi resti. L'uomo era stato incarcerato per 9 anni e sette mesi nell'aprile 2022, ed ora è tornato in libertà dopo aver combattuto per tre mesi in Ucraina. Tra i reclutati ci sono anche coloro che sono stati condannati per stupro e altri abusi, le cui vittime sono ancora vive e ora sono di nuovo a rischio. Sono tante infatti, le segnalazioni di ex prigionieri sopravvissuti al loro periodo di Wagner e tornati a casa.  "Abbiamo ricevuto tanti messaggi da persone spaventate. Sanno che se gli uomini che le hanno tormentate tornano da questa guerra e ricominciano a picchiarle o addirittura a ucciderle, la polizia non farà nulla, perché ora questi uomini sono visti come eroi invece che stupratori o assassini", sostiene Alena Popova, un'attivista russa per i diritti delle donne. 

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