I raid sono stati ufficialmente rivendicati dai ribelli yemeniti, ma per Pompeo "non c'è alcuna prova". Sauditi useranno riserve per compensare la produzione persa
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Gli Usa puntano il dito contro Teheran per gli attacchi con droni contro due importanti raffinerie saudite, ufficialmente rivendicati dai ribelli yemeniti alleati dello Repubblica islamica. Ma per il segretario di Stato Usa Pompeo "non c'è alcuna prova che gli attacchi siano arrivati dallo Yemen" e accusa direttamente l'Iran. Riad ha fermato temporaneamente la produzione nelle due raffinerie colpite, interrompendo circa metà della produzione totale.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la compagnia petrolifera saudita Aramco prevede di ripristinare comunque entro la fine di lunedì circa un terzo della produzione interrotta a causa degli attacchi.
Riad: useremo riserve - Riad ha annunciato che compenserà il taglio della produzione petrolifera attingendo alle riserve strategiche, che in giugno ammontavano a 188 milioni di barili. Il taglio è di 5,7 milioni di barili al giorno, circa metà della produzione saudita, e ha fatto saltare il 5% delle forniture mondiali di greggio. Operatori ed analisti sostengono che il prezzo del petrolio potrebbe salire a 100 dollari se Riad non riuscirà a ripristinare velocemente le sue forniture.
La replica dell'Iran: "Accuse Usa insensate" - L'Iran respinge le accuse di Washington. "Tali accuse e osservazioni sterili e indiscriminate sono incomprensibili e insensate", dichiara il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abbas Mousavi, suggerendo che sarebbero un pretesto per giustificare "azioni future" contro l'Iran. "Invece di accusare gli altri Paesi, gli Stati Uniti prendano atto che i problemi di questa regione derivano dalla loro presenza nell'area", ad esempio in Siria, ma anche "supportando l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi e fornendo loro armi e informazioni". Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani rispondendo alle accuse lanciate dal segretario di Stato Mike Pompeo.
Trump autorizza uso risorse petrolio strategiche - Donald Trump ha annunciato su Twitter, di aver autorizzato l'uso delle risorse petrolifere strategiche, "se necessario, in una quantità da determinare, sufficiente a mantenere forniti i mercati". Il presidente ha riferito inoltre di aver "informato tutte le agenzie appropriate per accelerare l'approvazione" dell'uso degli oleodotti in Texas e in vari altri Stati. Trump ha fatto inoltre sapere che gli Usa sono "pronti e carichi" per reagire agli attacchi contro Riad, precisando di attendere la conferma sulle responsabilita' e le valutazioni dell'Arabia Saudita.
La dura condanna di Trump - Il presidente americano Donald Trump ha telefonato al principe ereditario saudita Mohammad bin Salman "per offrire il suo sostegno all'autodifesa dell'Arabia Saudita" e "condannare fortemente l'attacco a importanti infrastrutture energetiche", come ha fatto sapere la Casa Bianca.
Bin Salman: "Siamo in grado di far fronte a questa aggressione" - "Azioni violente contro aree civili e infrastrutture vitali per l'economia globale aggravano solo il conflitto e la sfiducia", ha ammonito la presidenza, aggiungendo che "gli Usa stanno monitorando la situazione e restano impegnati a garantire che i mercati petroliferi mondiali siano stabili e ben riforniti". Una telefonata di cui ha dato conto anche l'ambasciata saudita a Washington, sottolineando che bin Salman ha detto al tycoon che Riad "vuole ed è in grado di far fronte a questa aggressione terroristica".
Attesa per la reazione dei mercati - In attesa della riapertura dei mercati lunedì per sapere se ci saranno ripercussioni di questi attacchi, che secondo stime potrebbero interessare 5 milioni di barili al giorno, la tensione è già salita tra Iran da una parte e Arabia Saudita ed Usa dall'altra: il rischio è che salti l'incontro Trump-Rohani.
Guterres condanna attacchi: "No escalation" - Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha condannato gli attacchi contro gli impianti petroliferi ed ha esortato tutte le parti ad esercitare la massima moderazione per prevenire qualsiasi escalation. Lo riferisce un portavoce delle Nazioni Unite.
Colpite le più importanti raffinerie mondiali - A rimanere colpite sono state due strutture della compagnia petrolifera saudita Aramco, tra le più importanti non solo per Riad ma per l'industria energetica globale. Giganteschi incendi si sono sprigionati quando gli ordigni sganciati dai velivoli senza pilota - una decina secondo la rivendicazione degli stessi Houthi - si sono abbattuti nelle prime ore di sabato sulla raffineria di Abqaiq, la più grande del mondo, e sul giacimento di Khurais. La prima con una capacità di raffinazione di 7 milioni di barili al giorno, il secondo con estrazioni di 1 milione di barili al giorno.
In una dichiarazione trasmessa dalla televisione dei ribelli Al Masirah, un portavoce militare degli Houthi ha minacciato altri attacchi simili in futuro, se le forze saudite continueranno il loro intervento militare in Yemen, dove dal 2015 Riad è impegnata nell'ambito di una coalizione araba nei bombardamenti contro le milizie filo-iraniane e a sostegno del governo internazionalmente riconosciuto del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi.