Attacco Msf, gli Stati Uniti si difendono: "Raid chiesto dalle forze afghane"
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Il generale statunitense John Campbell: "Hanno avvertito che erano sotto il fuoco delle posizioni nemiche". Msf: "Ammissione di crimine di guerra"
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"Le forze afghane hanno avvertito che erano sotto il fuoco delle posizioni nemiche e hanno chiesto il supporto aereo". Lo ha detto il generale Usa John Campbell in riferimento al raid degli Stati Uniti in cui è stato colpito pure l'ospedale di Medici senza Frontiere a Kunduz, in Afghanistan. Nell'attacco hanno perso la vita 22 persone tra personale sanitario e pazienti.
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Dopo aver espresso cordoglio per le vittime, John Campbell ha precisato che "l'inchiesta è ancora in corso, insieme a un'altra avviata dal governo afghano. Se errori sono stati commessi, puniremo i responsabili e ci assicureremo che non si ripetano".
E oggi il presidente, Ashraf Ghani, ha dichiarato di aver ricevuto segnalazioni riguardanti eccessi commessi dalle forze di sicurezza afghane nei giorni scorsi nella provincia settentrionale di Kunduz e ha chiesto ai militari di evitare tali comportamenti. "Colpire o accanirsi contro la gente e comportarsi male con essa - ha sottolineato il capo dello Stato - è contro le leggi del Paese, i diritti umani e il codice di comportamento delle forze di sicurezza e difesa".
Per Medici Senza Frontiere le dichiarazioni con cui le autorità afghane hanno giustificato l'attacco all'ospedale di Kunduz City "implicano che le forze afghane e americane insieme hanno deciso di radere al suolo una struttura pienamente funzionante perché secondo loro all'interno c'erano talebani". Il direttore generale Msf, Christopher Stokes, ha chiesto un'indagine internazionale e ha definito le dichiarazioni un'ammissione di crimine di guerra: "Non vi può essere giustificazione alcuna per questo attacco ripugnante contro il nostro ospedale che ha causato la morte di membri dello staff di MSF mentre lavoravano e di pazienti mentre giacevano nei loro letti".