Dopo l'annullamento del risultato uscito dal ballottaggio di maggio, gli austriaci tornano alle urne il 4 dicembre per decidere tra il candidato nazionalista e quello ecologista
Dopo una serie di colpi di scena, in Austria si avvicina il giorno in cui si conoscerà il nome del nuovo presidente. I candidati sono il nazionalista e populista Norbert Hofer del Partito della Libertà e Alexander Van der Bellen dei Verdi. Quest'ultimo era stato eletto presidente col 50,35% dei voti al ballottaggio di maggio ma la Corte Costituzionale ha annullato il voto a causa di irregolarità riscontrate nello scrutinio.
Non era mai accaduto prima d'ora nella storia del Paese, che nessuno degli esponenti dei due partiti "tradizionali" - i popolari e i socialdemcoratici - non superasse il primo turno. I cittadini hanno scelto due candidati provenienti da partiti fuori dall'establishment dando così un taglio netto con la vecchia classe governante.
In questa lunghissima campagna elettorale durata praticamente sei mesi, i due candidati si sono affrontati in diversi duelli televisivi, l'ultimo dei quali con numerosi colpi bassi. I temi più dibattuti sono stati immigrazione, pena di morte, integrazione europea, lotta al terrorismo su cui Hofer e Van der Bellen hanno idee diametralmente opposte. Alla vigilia del voto, ormai, il leader nazionalista è in testa di un soffio ma la percentuale che li distanzia è sempre inferiore al margine di errore dichiarato dai sondaggisti. Come per il precedente ballottaggio si prevede che il voto delle urne darà un vantaggio a Hofer con la probabilità di ribaltamento dal voto per posta a favore di Van der Bellen. Quel che è certo è che anche questa volta sarà dura battaglia fino all'ultima scheda.
Le ragioni della crescita dell'estrema destra sono numerose. Innazitutto, il Partito della Libertà, come ha fatto Marine Le Pen in Francia, ha realizzato un profondo mutamento d'immagine del partito, consolidato con l'appoggio al governo dei popolari nei primi anni 2000 e persino con un'alleanza a livello regionale coi socialdemocratici. Tuttavia, sono tornate alla luce le vecchie ombre sul suo controverso passato neonazista quando un'anziana donna sopravvissuta ad Auschwitz, ha rilasciato una dichiarazione, nei giorni scorsi, mettendo in allerta i cittadini sull'ascesca del candidato nazionalista.
I problemi con l'Unione europea - Inoltre, l'Austria sta attraversando una crisi di euroscettismo in particolare per quanto riguarda le politiche di immigrazione. Il piccolo Paese ha accolto un numero di migranti più grande rispetto a quella della Germania, in proporzione al numero di abitanti naturalmente. A rincarare la dose si è aggiunta la svolta autoritaria intrapresa da Erdogan in Turchia, paese su cui l'Austria ha sempre nutrito dei forti dubbi riguardo la possibilità d'ingresso nell'Unione e che potrebbe determinare l'uscita dell'Austria qualora i negoziati con Erdogan riprendessero.
Economicamente, l'Austria rimane prospera anche se una buona fetta della popolazione ha smesso di percepirlo. Effettivamente, il tasso di disoccupazione è aumentato negli ultimi anni, pur rimanendo uno dei più bassi d' Europa, e il divario economico con la Germania non è stato da meno.
L'Election Day - Il 4 dicembre, i seggi apriranno e chiuderanno ad orari diversi sul territorio: in alcune cittadine già alle 6, ma nella gran parte tra le 7 e le 8. La chiusura invece è prevista quasi ovunque alle 16, tranne nelle due grandi città: Vienna e Innsbruck, un'ora dopo. Tradizionalmente nel paesino di Vorarlberg le urne saranno chiuse già alle 13. Le prime stime cominceranno ad arrivare dunque dopo le 17, ma saranno necessarie diverse ore prima di avere i risultati definitivi, tanto più che il distacco fra i due candidati si prevede sia molto esiguo, come nel ballottaggio annullato.
Il presidente eletto giurerà e prenderà ufficialmente le sue funzioni il 26 gennaio prossimo e resterà in carica per 6 anni.