Baltimora, nave urta ponte e lo fa crollare
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Secondo il "Wall Street Journal" gli inquirenti intendono verificare l'ipotesi che la perdita di potenza dell'imbarcazione poss essere stata causata dal carburante. Recuperati i corpi di due dei sei dispersi
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Le indagini in merito al crollo del Francis Scott Key Bridge di Baltimora, urtato martedì dalla nave da carico Dali, includeranno anche verifiche in merito al carburante di cui la nave è stata rifornita prima della partenza dal porto di Baltimora. Secondo il quotidiano "Wall Street Journal" gli inquirenti intendono verificare l'ipotesi che la perdita di potenza dell'imbarcazione lunga quasi 300 metri possa essere stata causata da gasolio sporco immesso nei serbatoi della nave. Nella tarda serata di mercoledì, recuperati i corpi di due dei sei dispersi nel crollo.
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Il quotidiano sottolinea che nessun investigatore è ancora salito a bordo della nave da carico, che resta bloccata contro il pilone del ponte lungo due chilometri e mezzo contro cui si è schiantata martedì mattina. Secondo la testimonianza di uno dei membri dell'equipaggio, un'ora dopo aver levato l'ancora dal porto di Baltimora la nave ha perso potenza: "La nave si è spenta, abbiamo perso capacità di governo e sistemi elettronici", ha affermato l'uomo, secondo cui i motori della nave "hanno tossito e si sono spenti".
Intanto è emerso che la nave portacontainer che si è schiantata contro il ponte di Baltimora aveva superato due ispezioni nel 2023. Ne ha dato notizia l'autorità portuale di Singapore, sottolineando che le certificazioni che attestano l'integrità strutturale e delle attrezzature della Dali erano valide al momento dell'incidente. Il cargo batte bandiera di Singapore, è largo 48 metri, lungo 300 ed è stato costruito nel 2015. Era diretto a Colombo e avrebbe dovuto arrivare il 22 aprile a destinazione.