Il denaro sarà dato a chiunque dia informazioni utili al ritrovamento della piccola Cleo Smith e all'arresto dei responsabili
Il governo dell'Australia occidentale ha offerto una ricompensa di un milione di dollari a chiunque fornisca informazioni che portino al ritrovamento di Cleo Smith, la bambina di 4 anni scomparsa all'1.30 di sabato 16 ottobre mentre era in campeggio con la sua famiglia, e all'arresto dei responsabili. La polizia è convinta che la piccola sia stata rapita.
"Spero che qualcuno si faccia avanti. Se la ricompensa può motivare ad aiutarci a riportare a casa Cleo, allora siamo più che felici di offrirla", ha detto il ministro della polizia Paul Papalia. "Stiamo tutti pregando per un risultato positivo. Vogliamo garantire che la polizia abbia tutto ciò di cui ha bisogno per risolvere questo caso ed è per questo che il mio governo non esita a sostenerla con questa offerta di ricompensa", ha detto Il premier Mark McGowan.
La vicenda - Una vacanza, quella al Quobba Blowholes camping, sulla famosa Coral Cost australiana, trasformata in incubo alle 6 del mattino di sabato scorso, quando la madre di Cleo, Ellie, svegliata dalla sorella più piccola, si è accorta che la bambina non c'era più. Era sparita, insieme al suo sacco a pelo rosso. La donna e il compagno hanno iniziato immediatamente a cercarla ovunque. Non trovandola sono saliti in macchina sperando di riuscire così più facilmente ad individuarla ma non c'è stato nulla da fare. A quel punto hanno chiamato la polizia e lungo la costa che si affaccia per chilometri sull'oceano indiano un elicottero e diversi droni hanno iniziato a cercare la piccola, vestita solo con una tutina rosa con disegni gialli e blu. Le ricerche via mare e via terra vanno avanti.
I precedenti - La vicenda di Cleo ha immediatamente portato alla memoria, almeno in Europa, la storia della piccola Maddie McCann, la bambina inglese sparita mentre era in vacanza in famiglia in Portogallo nel 2007. Ma per l'Australia c'è un precedente da rintracciare assai più indietro nel tempo, che ha lasciato un segno indelebile nel Paese. E' la storia di Azaria, la bimba di appena due mesi scomparsa durante una vacanza in campeggio nell'agosto del 1980. I genitori dissero di aver visto un dingo intrufolarsi nella tenda, ma le indagini si conclusero nel 1982 con la condanna della madre per l'uccisione della figlia e del padre per favoreggiamento. L'intera Australia seguì il processo che ebbe un'eco mediatica notevole con la stampa che si schierò in maggioranza contro i genitori. Ma nel 1986 la polizia, seguendo un altro caso, trovò nel campeggio una prova che dava ragione al padre e alla madre della piccola, dimostrando che la storia del dingo era vera. Il processo fu riaperto, loro vennero entrambi assolti e risarciti. E dalla vicenda venne tratto un film con Maryl Streep, "A Cry in the Dark".