Proteste e scontri violenti tra manifestanti e forze dell'ordine in Bangladesh, decine di morti
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La gente è scesa in piazza chiedendo le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina, eletta per un quarto mandato consecutivo. Sanguinosa repressione da parte delle forze dell'ordine
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Coprifuoco notturno, tagli alla rete Internet, gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Il governo del Bangladesh continua a usare il pugno di ferro nel tentativo di arginare la nuova ondata di proteste che sta infiammando il Paese, dalla capitale Dacca ai distretti settentrionali di Bobra, Pabna e Rangpur. Complessivamente, dall'inizio delle proteste, sarebbero oltre 300 i morti, di cui 94 nella sola giornata di domenica.
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Sono centinaia di migliaia i manifestanti e gli studenti scesi in piazza annunciando una campagna di disobbedienza civile per chiedere le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina, eletta per un quarto mandato consecutivo a gennaio in un voto boicottato dalle opposizioni. Ma l'impatto con le forze di sicurezza è stato drammatico. I violenti scontri a colpi di bastoni e coltelli da una parte e proiettili veri dall'altra hanno causato un vero e proprio bagno di sangue.