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La manifestazione contro i presunti brogli elettorali è degenerata, con i dimostranti hanno tentato di assaltare il municipio. Mosca: "L'Occidente fomenta i disordini in Serbia"
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A Belgrado si è conclusa nella tarda serata di domenica la protesta violenta dell'opposizione: almeno 38 dimostranti violenti sono stati arrestati con l'accusa di tentativo di assalto alle istituzioni. Otto gli agenti feriti. Per il settimo giorno consecutivo, "La Serbia contro la violenza", maggior cartello dell'opposizione, aveva organizzato una manifestazione antigovernativa per denunciare i presunti brogli nelle elezioni del 17 dicembre.
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Il raduno, però, è degenerato in una contestazione violenta, con migliaia di dimostranti che si sono diretti verso la sede del municipio per assaltarla. In tanti a più riprese hanno cercato di oltrepassare le recinzioni e penetrare con la forza nell'edificio, a difesa del quale sono affluite ingenti forze di polizia in assetto antisommossa. Diversi agenti di polizia sono rimasti feriti, due in modo serio, colpiti dal lancio di sassi e altri oggetti.
Contro i dimostranti violenti che hanno a lungo bersagliato il municipio con un fitto lancio di uova, bottiglie di plastica, pomodori e altri oggetti, la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere i gruppi dei facinorosi. Alcune porte d'ingresso e diverse finestre sono andate distrutte. Alla fine le forze di polizia sono riuscite a creare un solido cordone di agenti tutt'intorno alla sede del municipio, respingendo i manifestanti nelle strade laterali e verso la piazza Slavija.
Come ha riferito in serata il presidente Aleksandar Vucic, che ha convocato una riunione urgente del Consiglio per la sicurezza nazionale, almeno 38 dimostranti violenti sono stati arrestati con l'accusa di tentativo di assalto alle istituzioni. Diversi agenti di polizia sono rimasti feriti, due in modo serio, colpiti dal lancio di sassi e altri oggetti.
Secondo il sindaco uscente di Belgrado, Aleksandar Sapic, quanto avvenuto domenica sera a Belgrado può essere paragonato alla rivolta del Majdan del 2014 a Kiev, cominciata con le proteste antigovernative di inizio 2014 nella piazza centrale della capitale ucraina.
Per il sindaco Sapic, quelli di domenica sera a Belgrado sono stati eventi eccezionali di estrema gravità, avendo avuto come obiettivo l'attacco violento a sedi istituzionali. Il presidente Vucic da parte sua ha annunciato la dura reazione delle istituzioni contro chi teorizza e mette in pratica comportamenti violenti: "Nessuno dei responsabili scamperà alla giustizia e alle legittime punizioni".
I tentativi dell'Occidente "di infiammare la situazione in Serbia sono evidenti", ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, alla Tass. "Stanno cercando di infiammare la situazione utilizzando 'le tecniche di Maidan', è evidente", ha detto riferendosi alla celebre piazza di Kiev della rivolta ucraina contro l'allora presidente filorusso Viktor Janukovic