Il suo nome ufficiale era “barriera di protezione antifascista” e aveva l’intento di difendere i tedeschi orientali dall’occidente.
Costruito il 13 agosto del 1961 e caduto il 9 novembre del 1989, il Muro di Berlino costituisce uno dei simboli dell’eccesso ideologico del 900. E’ stato istituito per fermare l’esodo della popolazione dalla Repubblica Democratica tedesca verso la Repubblica Federale di Germania, la zona più ricca del territorio e posta sotto il controllo di Francia, Regno Unito e Usa.
Il suo nome ufficiale era “barriera di protezione antifascista” e aveva l’intento di difendere i tedeschi orientali dall’occidente. Lungo quasi 155 chilometri e alto circa 4 metri, il Muro all’inizio era composto da rotoli di filo spinato sostituiti successivamente da lastre verticali di cemento rinforzati da placche di metallo.
La prima vittima del Muro fu Ida Siekmann. La 59enne si lanciò dal terzo piano del suo appartamento sul marciapiede che apparteneva a Berlino Ovest. Morì nel tentativo di raggiungere i suoi parenti. Sarebbero 138 le persone che hanno perso la vita cercando di attraversare il confine, ma si stima che siano oltre 5mila quelle riuscite a scappare. Si tratta, però, di cifre spesso messe in discussione. Chi è fuggito lo ha fatto attraverso il canale Teltow, nascondendosi nelle automobili o strisciando all’interno di tunnel scavati da squadre di volontari.
A 28 anni dalla sua costruzione, a seguito di pressioni politiche sul governo della Germania Est affinché concedesse maggiore libertà di spostamento ai suoi cittadini, il 9 novembre dell’89 un portavoce dichiarò che i tedeschi dell’Est sarebbero stati liberi di recarsi in Germania Ovest. Appena la notizia fu nota, migliaia di persone iniziarono a radunarsi ai posti di blocco di entrambe le parti. Sopraffatte dal numero di cittadini accorsi, le guardie smisero di controllare i passaporti e i tedeschi passarono liberamente da un paese all’altro. L’11 e il 12 novembre le prime porzioni di muri iniziarono a cadere, ma solo il 22 dicembre la barriera fu effettivamente abbattuta.
Del muro oggi a Berlino sono rimasti alcuni pezzi inseriti su nuove fondamenta. Si tratta di dell’erinnerungskultur, la cultura della memoria che i tedeschi hanno voluto fortemente mantenere.