I primi colpi mortali sono stati sparati due giorni dopo, il 24 agosto, contro Gnter Litfin, mentre tentava di attraversare a nuoto la Sprea, il fiume di Berlino. L'ultima persona uccisa è stato un ragazzo di vent'anni, Chris Gueffroy, contro cui le guardie di confine hanno sparato il 5 febbraio del 1989 durante un tentativo di superare il confine a Neukoelln. Mentre l'ultima vittima, Winfried Freudenberg, è morta l'8 marzo cadendo dal cielo poco dopo aver superato il Muro con un pallone aerostatico "fatto in casa", nel quartiere occidentale di Zehlendorf.
Durante la sua famigerata "carriera", il Muro - che si estendeva in varie forme lungo i 155 chilometri di confine con Berlino Ovest, 43 dei quali attraversavano la città - ha subito diverse trasformazioni. Dal filo spinato si è passati velocemente ai mattoni, poi al cemento, con evoluzioni nel 1962 e 1965.
Si giunge a una doppia barriera composta da due muri, separati dalla cosiddetta striscia della morte - che alla fine del 1989 aveva dimensioni tra i 15 e i 150 metri -, pattugliata costantemente da soldati e cani addestrati e sorvegliata da oltre 300 torri di sorveglianza. Dal 1975, 42 chilometri di Muro vengono sostituiti con elementi prefabbricati alti 3,60 metri dal peso di 2,75 tonnellate, sovrastati da cilindri in cemento.
In quegli anni i punti di passaggio tra est e ovest, sorvegliatissimi, erano otto. Il più famoso dei quali era ed è tutt'oggi il Checkpoint-Charlie, il passaggio con il settore statunitense, dove nel 1961 è andato in scena un duro confronto, con carri armati statunitensi e sovietici schierati gli uni di fronte agli altri.
Nonostante i controlli, le morti, gli omicidi e gli oltre 10mila soldati impegnati negli anni nella sorveglianza, più di 5mila persone riuscirono a fuggire dalla DDR raggiungendo Berlino ovest.