I media di Minsk non hanno fornito dettagli sulla causa del decesso del 64enne, che lunedì avrebbe dovuto incontrare l'omologo russo Lavrov
Il ministro degli Esteri della Bielorussia, Vladimir Makei, è morto improvvisamente all'età di 64 anni. Non sono stati forniti dettagli sulla causa del decesso del ministro, ruolo che ricopriva dal 2012, ma potrebbe essere stato avvelenato. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che Mosca è "rimasta scioccata dalla tragica notizia", aggiungendo che il ministero esprimerà presto le condoglianze ufficiali.
Lunedì avrebbe dovuto incontrare Lavrov - La morte di Makei è rilevante per la guerra in Ucraina a causa del ruolo della Bielorussia come alleato della Russia e base per l'invasione oltre confine a febbraio. Il ministro degli Esteri del Cremlino, Sergei Lavrov, avrebbe dovuto tenere un incontro con il suo omologo bielorusso nella giornata di lunedì.
"Era uno dei pochi a non essere sotto l'influenza russa" - A parlare di un possibile avvelenamento come causa del decesso è stato Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell'Interno ucraino. Su Twitter Gerashchenko ha infatti scritto: "Ci sono voci secondo cui potrebbe essere stato avvelenato. Makei era considerato un possibile successore di Lukashenko. Era uno dei pochi a non essere sotto l'influenza russa. Le voci dicono che questo potrebbe essere un avvertimento per Lukashenko".
Leader dell'opposizione bielorussa: "Makei era un traditore" - Un "traditore": così la leader dell'opposizione bielorussa, Sviatlana Tsikhanouskaya, ha definito Makei. "Nel 2020 ha tradito il popolo bielorusso e sostenuto la tirannia, è così che il popolo bielorusso lo ricorderà", ha affermato la Tsikhanouskaya, riferendosi al convinto sostegno del ministro degli Esteri alla repressione delle proteste per la contestata rielezione del presidente Lukashenko.
Il presunto piano per un attentato a Lukashenko - Lukashenko, ha fatto sapere laconicamente l'agenzia bielorussa Belta, ha espresso le sue condoglianze alla famiglia e agli amici di Makei, mentre l'ambasciata russa a Minsk ha parlato di "perdita irreparabile". L'annuncio della scomparsa di Makei cade nello stesso giorno in cui i media ucraini hanno pubblicato le affermazioni di un centro studi americano secondo il quale il presidente russo Putin avrebbe un piano per eseguire un attentato, o un falso attentato, a Lukashenko per intimidirlo e così spingerlo a intervenire direttamente con le sue truppe al fianco di Mosca in Ucraina.
Il possibile "avvertimento" al presidente bielorusso - Un piano che potrebbe essere messo in pratica già nei prossimi giorni, secondo il Robert Lobert Lansing Institute, che si presenta come un'organizzazione impegnata nella ricerca volta a "migliorare la capacità euro-atlantica di contrastare le operazioni ibride e rispondere alle minacce emergenti per raggiungere obiettivi strategici". Per questo nel suo post su Twitter Gerashchenko ha parlato di un possibile "avvertimento" diretto proprio a Lukashenko.
Minsk e il conflitto in Ucraina - Pur legata a Mosca da stretti accordi politici, economici e militari, Minsk si è astenuta finora dal prendere parte direttamente al conflitto ucraino. Dalla fine di ottobre, tuttavia, le truppe dei due Paesi hanno avviato uno schieramento congiunto sul territorio bielorusso che prevede l'invio di circa 9mila soldati russi, armamenti e jet Mig-31 per costituire il primo nucleo di una forza integrata prevista dagli accordi bilaterali sullo Stato dello Unione.
Minsk e i "canali aperti" con l'Europa - La Bielorussia dunque cerca di mantenere un difficile equilibrio per salvaguardare anche i suoi interessi nazionali. E lo testimoniano le apparizioni del suo ministro degli Esteri sulla scena internazionale. Stretto collaboratore di Lukashenko fin dal 2000, poi suo capo di gabinetto e infine capo della diplomazia dal 2012, Makei ha difeso con convinzione le motivazioni della Russia per giustificare la sua operazione militare in Ucraina. Ma a settembre, quando si trovava a New York per l'Assemblea generale dell'Onu, ha affermato in un'intervista a France 24 che Minsk era interessata a tenere anche "aperti i canali di comunicazione" con l'Europa, definendo l'Ue "un buon partner commerciale ed economico". Quanto all'Ucraina, affermava l'esigenza di "mettere fine al conflitto il prima possibile" attraverso le vie diplomatiche.