Telefonata tra il presidente russo e il suo omologo appena rieletto che smentisce un ritorno alle urne: "Vorrebbe dire morire come popolo e come nazione"
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e l'omologo russo Vladimir Putin hanno "riaffermato l'accordo per cui, nel caso di un aggravarsi della situazione in termini di minacce esterne, le parti reagiranno congiuntamente". Lo scrive l'agenzia di stampa di Stato bielorussa Belta, riferendo di una nuova telefonata fra Lukashenko e Putin in merito alle proteste in Bielorussia. Putin si è detto pronto a fornire "assistenza militare".
La Russia pronta a fornire assistenza militare - Secondo quanto riferito, nel colloquio telefonico tra Lukashenko e Putin, il Cremlino ha "espresso fiducia nel fatto che tutte le questioni si risolveranno presto". Lukashenko ha poi annunciato che il suo omologo russo ha acconsentito a fornire assistenza per la sicurezza se Minsk lo dovesse richiedere. Lukashenko non ha però precisato che tipo di assistenza fornirebbe la Russia ma si è limitato a dire quanto segue: "A proposito della componente militare, abbiamo un accordo con la Federazione russa nella cornice dell'accordo di unione fra i Paesi" e "questi sono momenti che rientrano in questo accordo".
La conferma di Putin - Il Cremlino da parte sua conferma di aver discusso con Lukashenko "la situazione in Bielorussia, tenendo in considerazione la pressione che quella repubblica sta subendo dall'esterno". Putin avrebbe detto a Lukashenko che Mosca è pronta ad assistere la Bielorussia "secondo il comune patto militare, se necessario".
La "marcia per la libertà degli oppositori" - Intanto diverse decine di migliaia di oppositori bielorussi si sono radunati in piazza a Minsk per l'attesa grande "Marcia per la libertà" contro il presidente Lukashenko in quello che sembra il più grande raduno dall'inizio delle proteste, una settimana fa. I manifestanti hanno iniziato a marciare in corteo lungo Viale Indipendenza scandendo "Vattene!" diretto al contestato leader.
© Afp
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No a nuove elezioni - A Minsk si è svolta però anche una manifestazione filogovernativa alla quale ha preso parte lo stesso Lukashenko, che ha parlato alla folla escludendo nuove elezioni. "Lituania, Lettonia, Polonia e, purtroppo, l'Ucraina e la sua leadership ci chiedono di tenere nuove elezioni, ma se seguiamo il loro suggerimento moriremo come Stato, come popolo, come nazione", ha detto.
L'80% dei consensi - Lukashenko è stato confermato alla guida del Paese dopo le contestate elezioni di domenica scorsa, a cui ha ottenuto l'80% dei consensi, secondo la Commissione elettorale nazionale. Risultato contestato dall'opposizione, che da quel momento è scesa in piazza intenzionata a chiedere un ritorno alle urne che, però, al momento il presidente non intende considerare.
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