Nel 1964 ai coniugi Fronczak viene portato via il figlio appena nato. Due anni dopo, la polizia gli comunica di averlo ritrovato. In realtà i due bambini non sono gli stessi
Nel 1964 la storia della famiglia Fronczak aveva riempito le prime pagine dei giornali americani. Il loro bambino, Paul Joseph, era stato rapito all’ospedale di Chicago, subito dopo la nascita. Due anni dopo, però, l’Fbi ha una meravigliosa notizia per loro: il piccolo è stato ritrovato. Dora e Chester Fronczak ignorano i dubbi sull’identità del bambino e lo prendono con sé. Quarantasei anni dopo, grazie a un esame del Dna, Paul scopre di non essere davvero Paul. La coppia senza saperlo lo aveva però salvato da una madre alcolizzata e un padre violento.
Il rapimento Era il 26 aprile del 1964. Dora Fronczak aveva appena partorito all’ospedale Micheal Reese di Chicago. Aveva potuto tenere il bambino, Paul Joseph, tutto il giorno. Fino a quando un’infermiera aveva preso il neonato, dicendo alla madre che il pediatra doveva visitarlo. Ma infermiera e bambino non tornarono più. Il personale dell’ospedale capì subito che c'era qualcosa di strano, ma nessuno avvertì né la polizia né i neogenitori. Solo molte ore dopo, Chester Fronczak ricevette una telefonata direttamente nella fabbrica dove lavorava come macchinista: suo figlio era scomparso. Ha preso così il via quella che è stata la più imponente ricerca di persone scomparse nella storia di Chicago: 175mila impiegati delle poste, 200 agenti della polizia locale e dell’Fbi, 600 case perquisite in una notte. Ma di Paul nessuna traccia.
Il ritrovamento Passano due anni. La storia del rapimento del piccolo Paul Joseph nel frattempo ha attirato l’attenzione di tutti gli Stati Uniti. Poi, a Marzo, arriva una lettera dall’Fbi ai genitori disperati: a Newark, nel New Jersey, era stato ritrovato un bambino che corrispondeva alla descrizione di loro figlio. Il piccolo era stato abbandonato in un passeggino all’interno di un grande centro commerciale quasi un anno prima. Era poi stato dato in affidamento a una famiglia, gli Eckerts, che lo avevano chiamato Scott. I due erano già intenzionati a terminare le pratiche per l’adozione, ma la polizia locale pensò potesse trattarsi del famoso neonato rapito a Chicago.
I dubbi ignorati Nessuno poteva dire con certezza che quel bimbo fosse Paul. "La polizia aveva esaminato 10mila bambini in due anni e io ero l’unico che non avevano escluso con sicurezza", ha raccontato Paul alla Bbc. Persino a Dora e Chester sorse qualche dubbio. Ma la notizia era troppo bella e decisero di ignorare ogni perplessità. Durante la sua vita, i Fronczak sono stati per Paul due ottimi genitori. Iperprotettivi, a tratti, ma era un atteggiamento comprensibile dopo quello che avevano passato. Lui cresce e viene iscritto a una scuola cattolica: dress code e rigida disciplina in classe, rock e giubbotto di pelle fuori.
La scatola E’ il periodo di Natale è Paul ha solo 10 anni. Mentre passa in rassegna ogni angolo della casa alla ricerca dei regali nascosti, trova una scatola piena di lettere, messaggi di solidarietà e articoli di giornale. Nelle foto, riconosce i suoi genitori e legge la storia del rapimento. "Wow, quello sono io!", pensa. Chiede conferma alla madre che prima s’innervosisce e poi taglia corto: "Sì, sei stato rapito, ti abbiamo ritrovato, ti vogliamo bene e questo è tutto ciò che devi sapere".
Non era Paul Per i successivi 34 anni, Paul non risolleva più la questione. Nel 2008, però, la seconda moglie, Michelle, resta incinta e i medici che seguono la donna cercano di tracciare un quadro clinico dei due genitori. Paul, che da tempo ha iniziato a nutrire seri dubbi sulla sua identità, non sa cosa rispondere. Negli anni si era accorto di essere molto diverso dai suoi genitori: loro erano riservati e tranquilli, lui amava il rock e le moto da corsa. Fisicamente, poi, Dora e Chester assomigliavano di più al secondo figlio, Dave. Così nel 2012 riesce a sottoporsi a un test del Dna e ottenere la risposta che già tutti in fondo conoscevano: non era Paul.
La ricerca della famiglia Leggerlo nero su bianco è un trauma: "Tutto quello che sapevo su di me svanì in un secondo e io non sapevo più chi fossi". Ma arrivato a questo punto vuole andare fino in fondo: chi erano i suoi genitori? E che fine aveva fatto Paul? Un team di volontari, i Dna Detectives, guidati dalla dottoressa CeCe Moore utilizza i risultati del test e ritrova il padre e la madre biologici dell’uomo. Il 3 giugno del 2015, Moore chiede a Paul: "Cosa ne pensa del nome Jack?", "E’ un bel nome", risponde. "Bè, è il suo", ribatte lei. L’uomo incontra la sua vera famiglia, i Rosenthal. Scopre ad esempio che il cugino, Lenny Rocco, è un musicista come lui. Ma viene a sapere soprattutto che la madre aveva seri problemi di abuso di alcol e il padre era diventato un uomo violento, dopo essere tornato dalla guerra di Corea. Inoltre, ha una gemella, Jill, anche lei scomparsa misteriosamente. I Fronczak non erano i suoi veri genitori, forse, ma lo avevano salvato, senza saperlo.
Per ora, l’uomo continua a farsi chiamare Paul Joseph. Nel frattempo ha ingaggiato un investigatore privato perché ritrovi il vero bambino rapito di Chicago. E anche sua sorella Jill.