Spunta un primo riferimento all'Isis nel diario di Ahmad Khan Rahami, il 28enne americano di origine afghana arrestato per le bombe a New York e nel New Jersey. Si tratta di Abu Muhammad al-Adnani, il capo della propaganda e "portavoce" del Califfato, ucciso a fine agosto da un drone Usa. Lo scrive il New York Times, secondo cui Rahami indica il "fratello Adnani" come "guida" e cita la sua indicazione di "colpire gli infedeli nel loro cortile di casa".