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Migliaia di militanti di estrema destra hanno preso d'assalto l'area istituzionale di Brasilia. Centinaia di arresti. Sospeso il governatore
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In Brasile i sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro hanno fatto irruzione nel Palazzo del Congresso di Brasilia. La polizia ha utilizzato candelotti di gas lacrimogeni per cercare di respingere le migliaia di militanti di estrema destra, che hanno preso di mira la sede istituzionale una settimana dopo l'insediamento del presidente di sinistra Luiz Inacio Lula da Silva. L'area intorno al Congresso era stata transennata dalle autorità, ma i bolsonaristi anti-Lula sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza. Il presidente Lula ha condannato l'attacco "vandalico e fascista" e ha decretato l'intervento delle forze federali, che dopo alcune ore hanno sgomberato i palazzi istituzionali. Anche Bolsonaro ha condannato l'azione, che ricorda l'attacco al Congresso che il 6 gennaio scosse l'America.
Molti manifestanti sono riusciti a salire sulla rampa del Congresso, sfondando i cordoni di sicurezza, per occuparne il tetto e hanno fatto irruzione nella sede del Parlamento, nell'edificio del Planalto, sede del governo, e anche nell'edificio della Corte Suprema. Solo con l'intervento delle forze federali l'area è stata sgomberata.
Subito dopo l'assalto, il presidente in carica, Lula, che non si trovava a Brasilia perché in visita nello Stato di San Paolo, in alcune aree alluvionate, è rientrato e ha visitato i palazzi del potere presi di mira. "I golpisti che hanno promosso la distruzione della proprietà pubblica a Brasilia sono stati identificati e saranno puniti", ha rimarcato il presidente su Facebook.
Intanto il giudice della Corte Suprema Federale Alexandre de Moraes ha ordinato la sospensione del governatore di Brasilia Ibaneis Rocha per un periodo di 90 giorni. Già a metà dicembre un gruppo di sostenitori di Bolsonaro avevano tentato di invadere il comando della polizia federale sempre a Brasilia.
Secondo le immagini diffuse dalle televisioni nazionali in un primo momento si era parlato di circa 400 le persone che hanno forzato le strutture, che si trovano tutte nella stessa area, detta Piazza dei tre poteri. Testimoni oculari hanno però sostenuto che all'offensiva, realizzata al grido di "pulizia generale!" e cantando l'inno nazionale brasiliano, hanno partecipato almeno 10-15mila persone. Video pubblicati anche degli stessi invasori mostrano atti di vandalismo e distruzione generalizzata. Gli invasori sono riusciti a raggiungere, senza alcuna resistenza delle forze dell'ordine, l'ufficio del presidente della Repubblica.
"Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà", ha affermato il ministro della Giustizia Flavio Dino. "Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del Ministero della Giustizia".
L'ex presidente Jair Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell'aereo presidenziale dell'Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti.
Tra i video che sono arrivati da Brasilia, dopo l'assalto dei manifestanti pro Bolsonaro ai palazzi del potere del Brasile, si vedono persone che devastano le architetture, compreso il palazzo presidenziale Planalto, capolavoro modernista dell'architetto Oscar Niemeyer. Secondo quanto riferisce la stampa internazionale i criminali hanno occupato anche l'ufficio del presidente Lula.
Dopo l'assalto nella capitale del Brasile è stato rimosso dall'incarico il responsabile della Sicurezza pubblica, Anderson Torres. Torres, già ministro della Giustizia e della sicurezza nel governo dell'ex presidente, Jair Bolsonaro, risponde secondo i media della scarsa gestione della manifestazioni sfociate in invasione delle istituzioni. Lo stesso Torres su Twitter aveva definito i disordini e la mancanza di rispetto per le istituzioni inaccettabili e ha avvertito che "il vandalismo e la depredazione saranno combattuti con il rigore della legge". Dopo qualche ora è arrivata anche la notizia della richiesta di arresto immediato di Torres da parte dell'organo che rappresenta il Paese di fronte alla Giustizia, l'Advocacia Geral da Uniao (Agu).
Dopo l'assalto dei fan di Jair Bolsonaro ai palazzi delle istituzioni il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha tenuto una riunione d'emergenza con i ministri dell'esecutivo. Alla riunione hanno partecipato i ministri della difesa, della giustizia e dei rapporti istituzionali.
La polizia militare ha sparato proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri per disperdere i manifestanti pro-Bolsonaro. Gli agenti hanno per primo ripreso il controllo degli edifici della Corte suprema.
Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, aveva subito condannato l'attacco di "vandali e fascisti" decretando l'intervento delle forze federali. "Queste persone devono essere punite in modo esemplare" aveva detto alla stampa. "Pagheranno con tutta la forza della legge", aveva avvertito il leader del Pt, definendoli "terroristi".
Dopo la Corte Suprema la polizia brasiliana ha quindi riconquistato il palazzo del Planalto, sede della presidenza. Le forze di sicurezza per ultimo hanno ripreso possesso del Congresso, con l'aiuto di truppe d'assalto della polizia militare del Distretto Federale. Intanto per i disordini a Brasilia sono già state arrestate 170 persone.
Il ministro della Giustizia brasiliano, Flavio Dino, ha affermato che l'assedio dei bolsonaritsti a Brasilia è stato un atto di "terrorismo" e di "golpismo", e ha criticato le modifiche ai piani di sicurezza nella piazza dei Tre poteri del governatore del Distretto federale, Ibaneis Rocha. Dino ha inoltre chiesto che vi siano "verifiche su omissioni" nella condotta di tutti i responsabili.
Anche l'ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha preso le distanze dall'attacco ai palazzi del potere a Brasilia. "Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia - ha scritto in un tweet -. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali". Bolsonaro poi ha risposto alle accuse di chi lo ha indicato come dietro questo sommossa. "Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall'attuale capo dell'esecutivo del Brasile - ha continuato sempre su Twitter -. Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà".