"Grazie all'impegno dimostrato in queste settimane dall'Italia per intensificare i controlli sui treni diretti in Austria, per ora non si rende necessaria la costruzione di una barriera al Brennero". Lo hanno annunciato i ministri dell'Interno Angelino Alfano e Wolfgang Sobotka, dopo un incontro al valico italo-austriaco. "Occorre impedire che si edifichino muri e il lavoro che abbiamo svolto con l'Austria va in questa direzione", ha aggiunto Alfano.
"L'Italia è pronta a fare la sua parte, a dare il proprio contributo, mettendo in pratica le misure che decide. Così come noi faremo la nostra parte". Lo ha detto Wolfgang Sobotka, ministro dell'interno di Vienna, incontrando al Brennero il collega italiano, Angelino Alfano. "Ci vogliono misure che riducano l'immigrazione illegale" ha insistito Sobotka.
"Per noi è importante che l'Unione europea dimostri di voler fare qualcosa insieme: anche per migliorare le strutture di accoglienza dei Paesi che si fanno carico dell'ospitalità in modo di migliorare le condizioni stesse dell'accoglienza". Sobotka ha poi ricordato che la strada del Brennero "purtroppo era diventata molto battuta. Il numero di migranti era aumentato, quindi con Alfano abbiamo deciso di incontrarci per capire cosa potevamo fare, quali misure potevano essere implementate".
Alfano: offrire soluzioni per difendere nostra libertà - "Noi e l'Austria siamo due Paesi che l'anno scorso hanno avuto 17 miliardi di interscambio commerciale e l'interscambio nel 2015 era maggiore di quello del 2014 e nel 2014 maggiore che nel 2013. Inoltre abbiamo un'enormità di turisti che attraversano le nostre frontiere, 29 milioni di tonnellate di merci all'anno dall'Italia verso l'Austria e ogni 7 secondi un tir che attraversa la frontiera. Questo significa che un'organizzazione del traffico più rallentata produrrebbe enormi danni al transito delle merci ed enormi danni commerciali". Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano.
"Noi - ha aggiunto Alfano - siamo qui per ribadire che offriamo soluzioni per difendere le nostre libertà, la nostra Europa e le nostre economie. Credo che i risultati, a due settimane dal nostro primo incontro a Roma, stiano a testimoniare che non stiamo qui a parlare ma a fare", ha concluso il ministro.