L'Ue non chiede "un assegno in bianco", ma la Gran Bretagna "deve pagare il suo conto". Soprattutto per il trasferimento delle agenzie europee ora in territorio britannico
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Prima di cominciare a parlare dei futuri rapporti tra Bruxelles e Londra, serve un accordo per calcolare quando la Gran Bretagna debba pagare per la Brexit. A chiarirlo è il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier. "Alcuni - ha spiegato - hanno creato l'illusione che la Brexit non avrà un impatto materiale sulle nostre vite o che i negoziati possano essere conclusi rapidamente e in modo indolore. Non è così".
Barnier ha spiegato che l'Unione europea non ha mai voluto "chiedere un assegno in bianco al Regno Unito": semplicemente la questione è che Londra deve "pagare il suo conto" anche per programmi e progetti che si era impegnata a portare avanti assieme all'Ue.
Il capo negoziatore Ue ha quindi sottolineato che "le posizioni delle parti sono diverse, a volte molto diverse", cosa che "non sorprende nessuno" e per questo motivo "bisogna cominciare i negoziati il prima possibile". Barnier ha insistito anche sulla necessità di essere "trasparenti" durante tutto il processo negoziale. "L'Ue deve sempre mantenere la testa fredda e orientarsi verso una soluzione", ha detto ancora Barnier, ribadendo la necessità di "mettere in campo tutti gli sforzi per arrivare a un accordo".
Oltre a Barnier, anche il mandato negoziale proposto dalla Commissione europea insiste sul fatto che il conto per la Gran Bretagna sarà salato. Il punto 26 precisa infatti che Londra "dovrà coprire la totalità dei costi specifici correlati al processo di ritiro, come il ricollocamento delle agenzie o di altri organismi dell'Unione" oggi stabiliti in territorio britannico. In particolare il riferimento è all'Ema (l'Agenzia del farmaco europea), con circa 1.100 dipendenti, e all'Eba (l'Agenzia bancaria europea), con 200 addetti. Particolarmente costoso rischia di essere il conto per l'Ema: nel 2011 è stato infatti firmato il contratto d'affitto della nuova sede dell'Agenzia, nel "business district" di Canary Wharf a Londra, uno dei luoghi al mondo con i più alti prezzi immobiliari. Il contratto (per un totale, da oggi fino al termine di oltre 347 milioni di euro) ha una durata di 25 anni e soprattutto non prevede clausole di recesso anticipato.
May: minacce da Ue per condizionare voto - Theresa May accusa leader e funzionari europei di aver rivolto "minacce" sui negoziati per la Brexit con l'intendo di "condizionare" le elezioni britanniche dell'8 giugno. Parlando dopo essere stata ricevuta dalla regina per lo scioglimento formale del Parlamento, la premier del Regno aggiunge che la posizione di Londra in questi giorni è stata deliberatamente "mal rappresentata". "C'è chi non vuole a Bruxelles che i colloqui" per la Brexit "abbiano successo", ha aggiunto Theresa May di fronte a Downing Street in un breve discorso che avrebbe dovuto essere di rito, ma ha avuto passaggi insolitamente bellicosi verso l'Ue, o almeno alcuni ambienti europei.
La premier britannica ha insistito sul fatto che questa fase iniziale dimostra che i negoziati potranno essere "duri" e ha ribadito l'appello a un voto per lei e per il Partito Conservatore per rafforzare "la mano" britannica al tavolo della trattativa, presentando ancora una volta il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, come troppo debole e non abbastanza credibile per il compito.