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GIORNATA CAMPALE

Brexit, il Parlamento rinvia il voto sull'accordo di Johnson | Ma il premier insiste: "Non negozierò un nuovo rinvio"

Passa il cosiddetto emendamento Letwin, che proroga il "voto significativo" sull'accordo tra governo e Ue sulla Brexit a dopo l'approvazione della legge attuativa dell'intesa

19 Ott 2019 - 16:38
 © ipa

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Il Parlamento britannico, riunito di sabato come in passato solo in tempo di guerra, ha approvato il cosiddetto emendamento Letwin che rinvia il "voto significativo" sull'accordo tra Boris Johnson e Ue sulla Brexit a dopo l'approvazione della legge attuativa dell'intesa. Il premier è ora costretto a chiedere entro sera un nuovo rinvio a Bruxelles rispetto al 31 ottobre, ma insiste: "Non negozierò un'altra proroga".

Secondo Johnson l'accordo che porta al voto  è la via migliore disponibile, a suo dire, per chiudere la sfida della Brexit e chiuderla il 31 ottobre senz'altri rinvii. Seguirà un primo botta e risposta e quindi il dibattito vero e proprio sull'accordo. Le operazioni di voto sono previste, salvo ritardi, a partire dalle 15:30 italiane. Ma prima vi sarà il voto sugli eventuali emendamenti che verranno ammessi dallo speaker John Bercow: uno dei quali - pro rinvio - particolarmente insidioso per il governo. 

Emendamento per il rinvio del voto - L'emendamento che conta davvero, fra quelli sottoposti alla valutazione dello speaker, è quello presentato dal dissidente ex Tory Oliver Letwin, e appoggiato da altri ribelli come Philip Hammond oltre che da molti deputati di opposizione, che di fatto mira a imporre una nuova proroga della Brexit: suggerendo che l'accordo raggiunto a Bruxelles dal premier, anche se approvato, resti sospeso (in modo da evitare l'asserito rischio che il no deal possa rientrare dalla finestra) fino all'approvazione di tutta la legislazione connessa. Quindi verosimilmente oltre la scadenza del 31 ottobre, contro il volere di Johnson. Intanto, l'ex premier laburista Tony Blair attacca in un'intervista alla Bbc il 'Boris deal'. E si dice convinto che possa passare solo se prevarrà un atteggiamento di "stanchezza", a ormai oltre tre anni dal referendum del 2016. 

Boris: oggi o mai più - Boris Johnson è pronto invece a cancellare il voto parlamentare di oggi se la Camera dei Comuni approverà prima un emendamento che mira a imporre comunque un rinvio oltre il 31 ottobre. Lo riferisce la Bbc. La mossa aprirebbe uno scontro istituzionale, visto che Johnson si rifiuterebbe a quel punto di
inviare a Bruxelles una richiesta di proroga, in sfida alla cosiddetta legge anti-no deal, rimettendo di fatto sul tavolo il no deal anche a costo di un braccio di ferro in tribunale.

Johnson ha il sostegno dei falchi anti-Ue del suo partito - Le speranza del premier britannico Boris Johnson di far approvare dal parlamento britannico l'accordo sulla Brexit sono state confortate dal sostegno dell'European Research Group, manipolo di deputati conservatori falchi della Brexit. La leadership del gruppo, compresi resi i 28 ultras che si definiscono "spartani", ha invitato i suoi sostenitori a votare per l'accordo, al termine di una riunione di prima mattina a Westminster. Johnson ha bisogno dei voti di quasi tutti gli "spartani" del suo partito per far approvare l'accordo.


Il governo di Boris Johnson ha formalizzato la volontà di riproporre lunedì il voto sull'accordo sulla Brexit, sebbene sia già in calendario una prima votazione sul programma di governo dell'anno prossimo illustrato nei giorni scorsi nel Queen's Speech. E nonostante non appaia possibile approvare nello stesso giorno anche l'intero pacchetto legislativo allegato alla Brexit, come l'emendamento Letwin chiede. Dai numeri della votazione sull'emendamento, risulta comunque che - almeno sulla carta - l'accordo Johnson abbia la maggioranza.


I rappresentanti permanenti dei 27 Stati Ue si riuniranno domenica mattina per discutere degli ultimi sviluppi della Brexit. L'incontro era già previsto e avrebbe dovuto gestire i passi successivi al voto a Londra sul nuovo accordo di recesso negoziato da Boris Johnson. Ma dopo l'ok alla Camera dei Comuni all'emendamento che chiede un rinvio, l'Ue aspetta ora di conoscere da Londra i prossimi passi. Anche il Parlamento Ue, che avrebbe dovuto ratificare l'accordo la prossima settimana, resta in attesa.


Il Parlamento Ue "valuterà lunedì il risultato del voto sull'emendamento Letwin. Qualunque cosa accada dopo, le marce fuori dal Parlamento dimostrano quanto importante sia una stretta relazione futura tra Ue e Regno Unito". Lo scrive su Twitter l'eurodeputato liberale Guy Verhofstadt, coordinatore per la Brexit del Parlamento Ue.


Reazioni positive fra i manifestanti anti Brexit radunati a decine e decine di migliaia di fronte a Westminster, a conclusione della grande marcia in favore di un secondo referendum. Il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, uno degli oratori della manifestazione, ha detto che l'approvazione dell'emendamento "è benvenuta". Ha poi auspicato che l'accordo di Boris Johnson, "un cattivo accordo", sia ora definitivamente "stroncato" dal Parlamento.


Boris Johnson è pronto a cancellare il voto parlamentare previsto oggi sull'accordo sulla Brexit raggiunto con l'Ue, se la Camera dei Comuni approverà prima un emendamento che mira a imporre comunque un rinvio oltre il 31 ottobre. Lo riferisce la Bbc. 


La Commissione Ue "prende nota del voto britannico ai Comuni sul cosiddetto emendamento Letwin, che significa che l'accordo di recesso non è stato votato oggi. Starà' al governo del Regno Unito informarci dei prossimi passi il prima possibile". Così la Commissione Ue su Twitter


Il voltafaccia degli alleati unionisti nordirlandesi del Dup è stato decisivo per l'approvazione dell'emendamento, passato con 322 sì contro 306 no. I dieci deputati del Dup, che avevano già annunciato il loro no al "deal", hanno deciso all'ultimo minuto anche di votare a favore dell'emendamento sgradito al premier e che per ora blocca tutto. Se avessero fatto la scelta opposta, i sì sarebbero stati solo 312 e i no 316.


Il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, ha accolto con favore il rinvio imposto a Boris Johnson e lo ha ammonito a "rispettare la legge" anti-no deal e a chiedere
ora una proroga dell'uscita dall'Ue oltre il 31 ottobre. Il Parlamento "non si farà ricattare", ha aggiunto. Stesso avvertimento dalla LibDem Jo Swinson e dall'indipendentista scozzese Ian Blackford, secondo cui Johnson "non è al di sopra della legge" e "sarà portato in tribunale" se non chiederà la proroga.


Boris Johnson si rifiuta di chiedere un rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre, malgrado la legge anti-no deal approvata dalle opposizioni in Parlamento. E annuncia dopo l'ok all'emendamento di voler spostare l'accordo sul suo deal alla settimana prossima, allegato alla legislazione connessa.


La Camera dei Comuni britannica ha approvato il cosiddetto emendamento Letwin che rinvia il "voto significativo" sull'accordo tra governo e Ue sulla Brexit a dopo l'approvazione della legge attuativa dell'intesa. Ora il premier Boris Johnson è costretto a chiedere entro stasera all'Unione europea un rinvio della Brexit rispetto alla data del 31 ottobre.


Migliaia di cittadini britannici si stanno radunando nel centro di Londra per chiedere che il Regno Unito resti a far parte dell'Unione Europea. Il programma è convergere davanti al parlamento. Molti dei manifestanti espongono cartelli per chiedono di fermare il processo di divorzio da Bruxelles.

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Gli organizzatori della marcia in corso a Londra in favore di un secondo referendum sulla Brexit affermano di aver portato in piazza "un milione di persone". La stima non ha conferme di fonte indipendente e rispecchia il numero che i promotori avevano rivendicato anche in una precedente occasione.


Si è concluso alla Camera dei Comuni britannica l'intervento di Boris Johnson sull'accordo sulla Brexit raggiunto con Bruxelles. Ora è partito il dibattito vero e proprio sul deal, introdotto dal ministro Stephen Barclay. A seguire sono previsti i voti su 2 emendamenti chiave: uno presentato dal dissidente Tory Oliver Letwin, che mira a imporre una nuova proroga di almeno qualche settimana all'eventuale via libera, fino all'approvazione di tutta la legislazione connessa, e che potrebbe far saltare tutto; l'altro pro referendum bis.


L'emendamento pro rinvio presentato da deputati ex Tory ribelli guidati dall'ex ministro Oliver Letwin e dell'opposizione britannica èstato ammesso al voto nel dibattito sull'accordo sulla Brexit appena apertosi alla Camera dei Comuni britannica.


Il viceleader e capogruppo degli unionisti nordirlandesi del Dup, Nigel Dodds, ha confermato il no del suo partito, alleato di governo dei conservatori, all'accordo sulla Brexit raggiunto da Boris Johnson con Bruxelles. Dodds ha rinfacciato al premier Tory di aver tradito la promessa di garantire all'Irlanda del Nord lo stesso trattamento del resto del Regno Unito nei rapporti futuri con l'Ue e ha affermato che Belfast "sarà di fatto allineata a tutte le regole doganali" europee. 


"Questo governo non può essere creduto e noi non ci faremo ingannare". Così il leader dell'opposizione laburista britannica, Jeremy Corbyn, rispondendo ai Comuni al premier conservatore Boris Johnson nel dibattito sull'accordo sulla Brexit. Accordo che Corbyn ha denunciato come dannoso "per l'economia" del Paese, per "i diritti dei lavoratori e per l'ambiente", invitando il Parlamento a respingerlo. E avanzando il sospetto che non garantisca neppure con sicurezza di scongiurare in ultimo un possibile no deal.


Boris Johnson ha detto no a ogni ipotesi di un ulteriore rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre, anche in risposta a un emendamento presentato oggi. Un rinvio sarebbe "insensato, costoso e corroderebbe profondamente la fiducia pubblica", ha affermato il premier britannico in apertura del dibattito sull'accordo di divorzio dall'Ue da lui raggiunto con Bruxelles. Un altro rinvio dopo tre anni e mezzo di attesa non ha senso, ha insistito, quando sul tavolo c'è "un nuovo grande accordo" che può essere approvato.


"Nessun accordo puo' essere imposto sui cittadini dell'Irlanda del Nord se non sono d'accordo, potranno esprimersi nel loro Parlamento". Ha detto Boris Johnson.


Boris Johnson ha rivendicato ai Comuni i meriti dell'accordo sulla Brexit, indicato come "un nuovo modo per andare avanti". Accordo, ha detto, che "rimuove il backstop", "ci ridà il controllo" e che in particolare garantisce sia l'intesa di pace irlandese del Venerdi' Santo sia il legame fra l'Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito. Il premier Tory ha notato inoltre come esso rispetti il referendum
del 2016 e i sentimenti dei britannici: storicamente "scettici sull'Ue", ma desiderosi di mantenere i legami con l'Europa.


 "Questo accordo prevede una vera Brexit". Cosi' il premier britannico Boris Johnson nella sessione straordinaria del Parlamento per la Brexit.

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