A un mese dagli attentati che hanno colpito la capitale belga, cittadini di ogni religione ed etnia sono scesi in piazza per commemorare le 32 vittime e dire "no a odio, Isis e terrorismo"
"Contro l'odio, la paura, l'Isis e a qualsiasi forma di terrorismo". A quasi un mese dalle stragi di Bruxelles, circa 10mila belgi di ogni religione ed etnia si sono raccolti per le strade della capitale per commemorare le 32 vittime degli attacchi compiuti in aeroporto e nella metropolitana. La "Marcia contro la paura" era stata convocata la prima volta per il 27 marzo, poi cancellata per ragioni di sicurezza e ordine pubblico.
La marcia è nata dall'unione dei due cortei partiti dalla Gare du Nord e dalla piazza centrale di Molenbeek, che si sono poi uniti davanti all'ex sede della Borsa, nel cuore di Bruxelles, dove ancora oggi un enorme tappeto di fiori tiene vivo il ricordo delle vittime dei terroristi.
Insieme contro il terrorismo - C'è da dire che l'affluenza dei cittadini è stata inferiore alle attese, ma non per questo meno significativa. Sono oltre 160 le organizzazioni che hanno partecipato all'iniziativa in rappresentanza di tutte le confessioni religiose, dei soccorritori - con in prima fila i pompieri - e della società civile. Presenti anche diverse persone scampate per un soffio alla morte che hanno voluto esserci "per dimostrare a questi animali (i terroristi, ndr) che la vita continua e che non ci faremo né intimidire né condizionare da loro".
Gli slogan - Una scolaresca di Molenbeek Saint-Jean ha marciato dietro a un striscione con la scritta "Pace a nome dell'Islam", in tanti hanno sventolato bandiere del Belgio, molti portavano rose bianche e tra i tanti è stato notato anche un altro striscione con su scritto: "Daesh vattene, il Belgio non è tuo".
Il clima sereno e raccolto della manifestazione è stato turbato solo indirettamente dalle dichiarazioni del ministro dell'Interno Jan Jambon, che in un'intervista ha affermato che una "parte significativa della comunità musulmana ha ballato e gioito durante gli attentati". E ha aggiunto: "Hanno lanciato pietre e bottiglie contro la polizia dopo l'arresto di Salah Abdeslam. Questo è il vero problema". I socialisti dell'ex premier Elio Di Rupo hanno immediatamente chiesto all'attuale premier Charles Michel di prendere le distanze dalle dichiarazioni del suo ministro.