via libera ai "top jobs"

Nomine Ue, trovata l'intesa: ok a un secondo mandato per von der Leyen | Costa presidente del Consiglio europeo, Kallas Alto rappresentante

Roma si è astenuta su von der Leyen, votando contro Costa e Kallas. Meloni: "Proposte Ue sbagliate nel metodo e nel merito". Tajani: "Nessun isolamento dell'Italia"

28 Giu 2024 - 20:44

A Bruxelles è stato trovato l'accordo definitivo sulle cariche apicali Ue per la legislatura 2024-29. Via libera diunque ai "top jobs": ok a un secondo mandato alla presidenza della Commissione europea per von der Leyen, Antonio Costa presidente del Consiglio europeo, Kaja Kallas Alto rappresentante per la politica estera. L'Italia si è astenuta su von der Leyen, votando contro Costa e Kallas: "Ribadita la contrarietà al metodo, astensione in attesa di negoziato sul ruolo del nostro Paese". Il premier Meloni: "Nomine Ue sbagliate nel metodo e nel merito". Scholz: "Bene la destra populista fuori dall'intesa". Proprio sulle nomine in precedenza era arrivato l'attacco del premier ungherese Orban, che aveva definito "vergognoso" l'accordo sulle cariche raggiunto nelle ultime ore.

Il commento di Meloni

 Giorgia Meloni lo ha spiegato bene al termine del Consiglio europeo: la decisione di astenersi su Ursula von der Leyen (votando contro Antonio Costa e Kaja Kallas) è stata decisa "nel rispetto delle diverse valutazioni" - ovvero delle divisioni - dei partiti della maggioranza. In effetti, se ce ne fosse stato bisogno, il voto sui top jobs ha mostrato con nettezza le tre diverse posizioni che convivono nell'esecutivo.

Il leghista Salvini all'attacco dell'Ue

 La vicenda delle nomine ha rinvigorito gli attacchi all'Ue di Matteo Salvini. Il leader della Lega grida a un "colpo di Stato" a cui "la democrazia ci impone di reagire con tutti i mezzi possibili". Per questo, annuncia, "come Lega stiamo lavorando per un grande gruppo alternativo che porti nei palazzi di Bruxelles la voglia di cambiamento che milioni di italiani e di europei hanno chiesto con il voto". Nella convinzione leghista che questa Commissione "avrà vita breve".

Diversa la linea di Forza Italia

 Su ben altra linea Forza Italia, che fa parte del Ppe e che quindi avrebbe auspicato un diverso voto. Per Antonio Tajani quelli di Salvini "sono giudizi politici, non è il mio linguaggio" e comunque "assolutamente non influiscono sul peso dell'Italia" a livello europeo. Il ministro degli Esteri precisa che "la trattativa" sulle nomine "la fa il presidente del Consiglio per conto dell'Italia non per conto delle forze politiche che sostengono il governo".

Tajani: "Nessun isolamento dell'Italia"

 Tajani - secondo cui "non c'è alcun isolamento" dell'Italia - ha anche ribadito di non credere "che nessuno pensi in Italia che al nostro Paese non spetti un portafoglio di grande importanza e la vicepresidenza della Commissione europea, cosa che è sempre accaduta tranne che con Gentiloni".

Nomine Ue, i leader al summit

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Le trattative di Meloni con von der Leyen

 Da parte sua Meloni, nella doppia veste di presidente del Consiglio e di leader di FdI e dei Conservatori di Ecr, anche giovedì sera ha rimarcato tutta la sua contrarietà per "metodo e merito" di una scelta "sbagliata" a cui ha detto di no "per rispetto dei cittadini". Ciò nonostante con von der Leyen la porta resta aperta e non potrebbe essere altrimenti visto che la premier dovrà trattare con lei le deleghe da assegnare al commissario italiano.

A "caccia" di un ruolo "di peso"

 Il presidente del Consiglio italiano vuole un ruolo "di peso", magari una vicepresidenza esecutiva, anche se queste saranno presumibilmente tre e riservate a popolari, socialisti e liberali. Certo Meloni appare un po' più debole, soprattutto per i movimenti che stanno avvenendo nel settore destro del Parlamento di Strasburgo.

Ci sarà un nuovo gruppo di populisti di destra?

 Il leader (ex?) amico Viktor Orban sta organizzando un nuovo gruppo di populisti di destra e sta lavorando per "sfilare" ai Conservatori i polacchi del Pis, che contano una nutrita pattuglia di 20 eurodeputati, proponendosi come nuovo polo di attrazione. Se l'operazione riuscisse, il peso di Ecr sarebbe ridimensionato. Per questo Meloni è corsa ai ripari e sono in corso i contatti con l'ex premier polacco Mateusz Morawiecki per far rientrare l'ipotesi di separazione. A giocare a suo favore c'è però la necessità di von der Leyen di trovare voti fuori dalla maggioranza per avere il via libera del Parlamento il prossimo 18 luglio. 

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