La denuncia del terrorista che fece irruzione nel teatro Bataclan: "Per i musulmani non c'è presunzione d'innocenza". La Procura chiede per Abdeslam e il suo complice il massimo della pena
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"I musulmani sono trattati nel peggiore dei modi, non c'è presunzione d'innocenza, ma non ho paura di voi né dei vostri alleati, ho fiducia in Allah". Lo ha detto Salah Abdeslam, l'unico terrorista sopravvissuto alla strage di Parigi del novembre 2015, durante il processo a Bruxelles per la sparatoria avvenuta una settimana prima del suo arresto, rifiutandosi di rispondere ai giudici. "Il mio silenzio non fa di me né un criminale né un colpevole", ha aggiunto.
"Desidero non rispondere ad alcuna domanda", ha detto Abdeslam alla giudice, dicendo di essere "stanco" di venir "trattato nel peggiore dei modi". "Mi è stato chiesto di venire, sono venuto", ha affermato, "c'è un processo e ne sono l'attore, mi si accusa, sono qui, mantengo il silenzio e il mio silenzio non fa di me né un colpevole né un criminale", per questo "ci sono prove tangibili e scientifiche nel dossier e voglio che mi si giudichi su questo", in quanto "i musulmani sono giudicati senza pietà, non c'è presunzione d'innocenza" per loro.
Quindi, ha aggiunto, "testimonio che non c'è altro Dio all'infuori di Allah e che Maometto è il suo profeta, è in lui che ripongo la mia fiducia". Toccherà quindi all'avvocato di Salah, il fiammingo Sven Mary, rispondere al suo posto.
La Procura chiede il massimo della pena - Il "massimo della pena", 20 anni di reclusione, con la privazione dei diritti civili e politici, per Salah Abdeslam e il suo complice Sofien Ayari. E' la richiesta alla fine della requisitoria della procuratrice federale belga Kathleen Grosjean, chiedendo anche una "pena di sicurezza" di due terzi in virtù della nuova legge sull'antiterrorismo. In questo modo la pena non potrà essere scontata per più di un terzo: i due accusati non potranno uscire di prigione prima di aver passato 13 anni di reclusione.