La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora a Roma che non avrebbe rispettato la direttiva Uccelli il regolamento Reach
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L'Ue ha deciso di avviare due procedure di infrazione nei confronti dell'Italia. Da una parte per il mancato allineamento alle direttive europee in materia di caccia e dall'altro, sempre in ambito ambientale ma in tema di pesca, per non aver attuato le misure richieste dalla direttiva Habitat per monitorare e prevenire le catture accidentali di cetacei, tartarughe e uccelli marini da parte dei pescherecci.
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Per quanto riguarda la caccia, Bruxelles ha riscontrato che "diversi atti legislativi italiani non sono conformi alla legislazione dell'Ue", in particolare nei riguardi della direttiva Uccelli, che mira a proteggere tutte le specie di uccelli selvatici e i loro habitat, e del regolamento Reach, che "limita l'uso di pallini contenenti piombo" per "proteggere gli uccelli acquatici, l'ambiente e la salute umana".
Quest'ultimo limita l'uso dei pallini al piombo al fine di proteggere gli uccelli acquatici, l'ambiente e la salute umana. Una limitazione introdotta a livello europeo nel 2021 con il divieto di utilizzare, a partire dal 2023, munizioni al piombo nelle zone umide. Una prescrizione che, secondo quanto denunciato dal Wwf Italia e da altre organizzazioni anche alla Commissione europea, l'Italia non ha però rispettato. E che ha portato ora all'apertura della procedura d'infrazione e all'invio di una lettera di messa in mora che chiede a Roma di fornire risposte convincenti ed esaustive entro due mesi.
Nel mirino della Commissione europea è però finita anche la pesca involontaria di specie protette, in primo luogo delfini, tartarughe e uccelli marini. Animali che troppo spesso restano impigliati nelle reti e non sopravvivono. Anche in questo caso Bruxelles ha deciso di aprire una procedura d'infrazione poiché ha ritenuto che, in base alle informazioni finora acquisite, le autorità italiane non abbiano fatto abbastanza per rispettare le regole imposte dalla direttiva Habitat.
Si tratta di una norma che prevede l'attivazione di azioni di monitoraggio per valutare l'impatto del fenomeno sulla salvaguardia di queste specie protette. Non solo. All'Italia è stato contestato anche di non aver messo in campo iniziative adeguate a garantire che delfini, tartarughe e uccelli come il Marangone dal ciuffo o la Berta maggiore e minore siano tutelati nelle zone dell'Italia appositamente inserite nell'elenco delle aree destinate alla loro conservazione e facenti parte del programma europeo Natura 2000.