I riconoscimenti delle vittime avvengono a rilento solo col test del Dna
Le autorità di Oakland, in California, hanno aggiornato il numero provvisorio delle vittime dell'incendio scoppiato venerdì sera durante un rave party: i morti accertati sono 36, ma le ricerche continuano fra le macerie. Finora le vittime identificate sono undici. Le fiamme sono divampate, per cause ancora da definire, al secondo piano del locale. Si è trattato di uno dei peggiori roghi nella storia moderna della California, secondo il Los Angeles Times.
"Non so quanta gente troveremo ancora. Non abbiamo idea di quante persone fossero nell'edificio l'altra notte. Ci aspettiamo il peggio e speriamo per il meglio" ha detto ai giornalisti il sergente Ray Kelly, della contea di Alameda. Secondo i vigili del fuoco, il magazzino - il cui piano inferiore era quasi interamente occupato da mobili e altri oggetti che rendevano difficile una via d'uscita - non possedeva né dei sensori di fumo né un sistema antincendio.
Difficile il riconoscimento delle vittime - Tra i morti "ci sono adolescenti, giovani adulti e persone nella trentina" fra le vittime, ha sottolineato il sergente Ray Kelly, precisando che ci sono vittime di "17 anni o forse ancor più giovani". Alcune persone rimaste uccise sono straniere, è in corso il processo per contattare le loro ambasciate: "Sono Paesi di Europa e Asia", ha aggiunto. Per identificare le vittime sarà necessario il test del Dna, ha sottolineato Kelly. La sindaca, Libby Schaaf, ha intanto affermato che è stata attivata una squadra d'indagine, ma che per ora "è troppo presto per avere sospetti su che cosa abbia causato le fiamme", mentre "ci sono molti testimoni da ascoltare". Si è trattato del peggior incendio a Oakland dal 1991, quando 25 persone morirono nelle fiamme che devastarono migliaia di abitazioni sulle colline della città.