DOPO LE DIMISSIONI DI HULOT

Cambiamento climatico, "La più grande sfida nella storia dell'umanità": l’appello di 200 personalità per salvare il pianeta

Da Alain Delon a Patti Smith, in tanti hanno risposto alla "chiamata" di Juliette Binoche e dell'astrofisico Aurélien Barrau per chiedere un'azione politica "ferma ed immediata" di fronte ai cambiamenti climatici

03 Set 2018 - 11:37
 © da-video

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Al grido di "E' la più grande sfida dell’umanità", 200 personalità illustri di tutto il mondo hanno risposto all’appello lanciato dall’attrice Juliette Binoche e dall’astrofisico Aurélien Barrau per chiedere un’azione "ferma ed immediata" di fronte ai cambiamenti climatici. Da Alain Delon a Patti Smith fino a Pedro Almodovar e Kristen Stewart: tanti gli attori, gli scrittori e gli scienziati che hanno firmato il messaggio redatto da Binoche e Barrau e pubblicato lunedì 3 settembre su Le Monde. "Stiamo vivendo un cataclisma globale. Ma non è troppo tardi per evitare il peggio", si legge sull’appello.

"Qualche giorno dopo le dimissioni di Nicolas Hulot, lanciamo questo appello: di fronte alla più grande sfida nella storia dell'umanità, il potere politico deve agire con fermezza e immediatezza. È tempo di essere seri". Inizia così l’appello, che poi continua descrivendo le conseguenze del cambiamento climatico: "Riscaldamento globale, crollo di biodiversità, inquinamento del suolo, idrico e dell’aria, rapida deforestazione: tutti gli indicatori sono allarmanti. Al ritmo attuale, tra qualche decennio, non ci sarà quasi più nulla. Gli esseri umani e la maggior parte delle specie viventi si trovano in una situazione critica".

"Non è troppo tardi per evitare il peggio" - L’appello si conclude con un messaggio di speranza: "Non è troppo tardi per evitare il peggio. Riteniamo pertanto non credibile qualsiasi azione politica che non contempli la lotta a questo cataclisma. Un governo che non fa questo non può essere preso sul serio. Proponiamo la scelta della politica - lontana dalle lobby - e le misure potenzialmente impopolari che ne deriveranno. È una questione di sopravvivenza, non un tema secondario".

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