Nei negozi già a ottobre: è il primo Paese del G7 e il secondo al mondo dopo l'Uruguay a consentire l'uso di cannabis a scopo ludico
© dal-web
Il Parlamento canadese ha approvato la legge che legalizza la marijuana per uso ricreativo a livello nazionale. Il Cannabis Act, dopo il via libera della Camera, è passato al Senato con 52 voti a favore e 29 contrari. I canadesi potranno acquistare e consumare legalmente la marijuana dal 17 ottobre. Si tratta del secondo Paese a livello mondiale, dopo l'Uruguay, a legalizzare la marijuana per uso ricreativo; il primo del G7.
Obiettivo: combattere il crimine organizzato "Ci siamo impegnati a migliorare il nostro sistema per proteggere meglio la nostra gioventù e sottrarre denaro al crimine organizzato", ha affermato il primo ministro canadese Trudeau. Il ritardo dell'entrata in vigore della legge è stato giustificato con il fatto che le province, che dovranno ora organizzare la vendita nei negozi autorizzati, avevano chiesto più tempo per farlo. "Abbiamo ascoltato le province che ci chiedono più tempo, ecco perché legalizzeremo dal 17 ottobre 2018", ha spiegato Trudeau. "Ogni famiglia canadese potrà coltivare fino a quattro piante in casa e una persona potrebbe detenere fino a 30 grammi di cannabis legale in pubblico", ha precisato il governo.
In programma la revisione Onu Intanto il Comitato di esperti sulle droghe dell'Organizzazione Mondiale della Salute ha annunciato che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite avvierà una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis. Attualmente, la cannabis è inserita nella Tabella I (altamente additiva e soggetta ad abuso) e nella Tabella IV (sostanze incluse nella Tabella I raramente utilizzate nella pratica medica) della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961. Questo incrocio di collocazioni complica, e di fatto impedisce, la ricerca sui componenti attivi della pianta a causa delle difficoltà amministrative che gli scienziati incontrano per avere accesso alle sostanze.
Lo studio di alcuni principi - Così nei prossimi mesi l'Onu sarà messa di fronte alla necessità di bilanciare il "principio di precauzione" proibizionista con le innovazioni tecno-scientifiche occorse in tutto il mondo recentemente. Ad esempio, secondo quanto riferisce l'Oms sul cannabidiolo, CBD, puro: non è noto per creare dipendenza e non ci sono prove di problemi relativi alla salute pubblica associati al suo uso. Secondo il resoconto finale redatto degli esperti dell'Ons sulla base della letteratura scientifca che era stata utilizzata per la sessione sulla cannabis, "è stato dimostrato che il CBD, in alcuni casi, cura l'epilessia. Negli Stati Uniti, un prodotto a base di CBD, l'Epidiolex, è in corso di revisione per approvazione". Le persone usano anche prodotti CBD - oli, integratori, gomme ed estratti - per curare da soli molti disturbi minori, afferma il rapporto. Mentre i risultati sul Delta-9-Tetraidrocannabinolo, THC puro, dimostrano che è quasi impossibile che si possa verificare un'overdose da THC. Una persona del peso di 70 chili, ad esempio, avrebbe bisogno di consumare circa 4 grammi di THC, l'equivalente di 260 spinelli contemporaneamente, per avere un'overdose. Dati, peraltro, confermati a più riprese anche dalla Dea americana. Il THC può provocare "disorganizzazione concettuale, pensiero frammentato, sospettosità, delusioni paranoiche e grandiose e distorsioni percettive", sebbene tutte temporanee.
Consumatori nel mondo ed effetti anche sui bambini Si stima che a livello mondiale 183 milioni gli adulti abbiano usato cannabis nel 2015. La pianta è coltivata in 135 Paesi e la marijuana è "la droga più prodotta al mondo". Sebbene sia una "droga" relativamente sicura, il disturbo dell'uso di cannabis, noto anche come dipendenza, èabbastanza comune. Circa un consumatore di cannabis su otto è considerato "dipendente". Le donne incinte dovrebbero evitarne l'uso: esistono forti prove del fatto che fumare durante la gravidanza può ridurre il peso alla nascita dei neonati. I bambini, inoltre, possono essere vulnerabili agli effetti negativi della cannabis. Rapporti recenti indicano che i più piccoli, che la consumano accidentalmente, possono sperimentare depressione respiratoria, battito cardiaco accelerato o, in casi gravi, coma temporaneo
L'Associazione Coscioni canta vittoria e guarda all'Italia "La definitiva e totale legalizzazione della cannabis in Canada può insegnare più cose all'Italia - dichiara l'ex senatore radicale Marco Perduca dell'Associazione Luca Coscioni. - La prima è che promettere riforme liberali e antiproibizioniste paga in termini elettorali e di conquiste di libertà di scelta e commercio; la seconda la scopriremo nei prossimi mesi in termini di minor crimine e peso per i tribunali e maggiori entrate per le casse pubbliche ma tutto lascia prevedere che come negli Usa il futuro sarà migliore del passato; la terza è che grazie alla legalizzazione per fini sociali ci saranno ripercussioni positive anche per fini medico-scientifici perché si cancelleranno ostacoli normativi e burocratici per un settore dove il Canada è già all'avanguardia".
"Il governo Conte guardi al Canada - è l'invito - per imparare a scardinare decenni di proibizionismo, ma si ricordi di rispettare le proprie leggi a partire da quella che prevede la presentazione al Parlamento della Relazione annuale sulle droghe entro giugno, la convocazione della Conferenza Nazionale e la nomina di un sottosegretario con competenze specifiche sulle "droghe", e non nascoste tra famiglia, disabili e pari opportunità".