Gli sbarchi nel nostro Paese, calati dell'80% rispetto al 2017, potrebbero aumentare di nuovo tornando ai livelli precedenti. Intanto il governo annuncia un vertice presieduto da Conte
Gli scontri tra milizie e il caos in Libia mettono a rischio l'accordo stipulato con l'Italia sui migranti. Il conflitto in corso ha fatto saltare i presìdi che consentivano il pattugliamento dei flussi migratori. La messa in discussione dell'intesa con Tripoli, siglata dal governo Gentiloni e confermata dall'esecutivo Conte con l'invio di motovedette destinate alla guardia costiera locale, potrebbe portare a un aumento degli sbarchi nel nostro Paese.
A preoccupare le autorità è anche il fatto che la situazione in Libia possa facilitare la partenza di individui vicini agli ambienti jihadisti: uno scenario preoccupante sul versante della sicurezza proprio mentre è in corso l'avvicendamento dei vertici dell'intelligence nel nostro Paese. Solo nella giornata di ieri sono evasi dalle carceri circa 400 detenuti, molti dei quali considerati terroristi.
I timori dell'Italia non rigurdano solamente i flussi migratori ma anche quell'accordo che ha portato la guardia costiera libica a intervenire bloccando i barconi in una zona Sar riconosciuta anche dall'Onu. A causa del caos nel Paese sarà ora impossibile che, con le milizie già a Tripoli, chi fugga possa essere riportato indietro.
Intanto il governo ha annunciato un vertice per le 17, presieduto dal premier Giuseppe Conte, per fare il punto su immigrazione e Libia. All'incontro, concordato da tempo, parteciperanno "tutti i ministri interessati".