Tornata la calma dopo la protesta dei sostenitori di Guaidò che alla frontiera con il Paese sudamericano sono stati dispersi dagli uomini di Caracas. Gli Stati Uniti: "Maduro ha i giorni contati"
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Tornata la calma alla frontiera del Venezuela, dopo una giornata di scontri tra opposizione e governo sugli aiuti umanitari, si rafforza la pressione internazionale sul governo di Nicolas Maduro, i cui "giorni sono contati" secondo Washington. Dopo aver bollato il presidente socialista come "il peggiore dei peggiori tiranni", il segretario di Stato americano Mike Pompeo si è detto "certo che, grazie ai venezuelani, i giorni di Maduro sono contati".
Juan Guaidò, il leader dell'opposizione autoproclamatosi presidente ad interim e riconosciuto come tale da numerosi Paesi, ha invitato la comunità internazionale a prendere in considerazione "ogni misura per liberare" il Venezuela, dopo gli scontri di ieri al confine che hanno causato almeno due morti e quasi 300 feriti. Guaidò ha poi annunciato che lunedì parteciperà alla riunione del gruppo di Lima, dove sarà presente anche il vicepresidente americano Mike Pence, "per discutere delle possibili azioni diplomatiche".
Da parte sua, l'Unione europea ha condannato l'uso della violenza e il ricorso a gruppi armati da parte del governo di Maduro per bloccare gli aiuti umanitari, annunciando l'intenzione di incrementare l'assistenza alla popolazione. L'opposizione si era mobilitata sabato sul versante colombiano del confine per far entrare in Venezuela gli aiuti umanitari americani. Tra questi anche il deputato Freddy Superlano, ricoverato nella città colombiana di Cucuta dopo essere stato avvelenato con una sostanza nota come "burundanga", che ha causato invece la morte del suo assistente. L'opposizione ha chiesto di indagare. Intanto la Colombia ha riferito di aver accolto poco più di un centinaio di membri delle forze armate venezuelane che hanno approfittato della confusione al confine per disertare, così come ha fatto il Brasile, che ha accolto altri due militari.
Rottura diplomatica con la Colombia - "Sono pronto a continuare a governare adesso e per molti anni ancora", ha affermato però Nicolas Maduro condannando di nuovo il "golpe imperialista travestito da finti aiuti umanitari" e annunciando la rottura dei rapporti diplomatici con la Colombia, a causa della politica di Duque, che ha definito "un diavolo che odia il popolo venezuelano", e che sta dando rifugio in queste ore proprio al nemico Guaidò.