Per il presidente Usa "gli americani meritano che il processo a Donald Trump si svolga prima delle elezioni"
© Ansa
La Corte Suprema americana ha concesso una parziale immunità presidenziale a Donald Trump nel processo per l'assalto al Capitol Hill, ma solo per gli atti ufficiali, ossia le azioni prese nei suoi poteri costituzionali. Il tycoon, però, non è coperto dall'immunità "per le azioni prese nelle sue funzioni private". La Corte Suprema ha però demandato a una corte di livello inferiore l'onere di decidere come e quando applicare l'immunità parziale. Questo consentirà al processo di proseguire, ma con ulteriori rallentamenti (sicuramente oltre l'election day del 5 novembre) perché si dovrà distinguere tra atti ufficiali e atti privati. Trump è imputato anche per le carte segrete di Mar-a-Lago e per il tentativo di ribaltare il voto in Georgia.
Con questa sentenza, per la prima volta dalla fondazione della nazione nel XVIII secolo la Corte Suprema dichiara che gli ex presidenti possono essere protetti da accuse penali in alcuni casi. Immediato il commento del tycoon, che ha definito la sentenza "una grande vittoria per la Costituzione e la democrazia" e si è detto "fiero di essere americano".
La decisione della Corte Suprema ha causato un cambio di calendario anche nella sentenza di Donald Trump al processo di New York per i soldi alla pornostar, che è stata posticipata al 18 settembre. Inizialmente doveva essere annunciata l'11 luglio.
Nella serata americana, in merito alla decisione sull'immunità per Trump è intervenuto anche il presidente Usa Joe Biden: "Nessuno è al di sopra della legge, neanche il presidente degli Stati Uniti - ha detto -. La sentenza della Corte suprema è un pericoloso precedente".
"Gli americani devono decidere se è accettabile che Donald Trump abbia incoraggiato la violenza per mantenere il potere", ha proseguito Biden parlando dalla Casa Bianca. "Gli americani meritano che il processo a Donald Trump si svolga prima delle elezioni", ha aggiunto.
Intanto l'ex stratega di Trump, Steve Bannon, si è consegnato alle autorità carcerarie del Connecticut per scontare 4 mesi di carcere per oltraggio al Congresso. Bannon si era infatti rifiutato di collaborare con la commissione della Camera che indagava sull'assalto al Campidoglio e le violenze del 6 gennaio 2021. Bannon si è presentato al Federal Correctional Institution di Danbury e si è dichiarato "prigioniero politico".