DOPO GIORNI IN MARE

Caso Aquarius, c'è l'accordo: sbarco a Malta, poi i migranti andranno in altri 5 Paesi

L'intesa coinvolge Spagna, Portogallo, Francia, Germania e Lussemburgo, che accoglieranno i profughi salvati venerdì dalla nave di SOS Méditerranée

15 Ago 2018 - 01:35
 © ansa

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Due mesi dopo la crisi diplomatica provocata nella Ue, in seguito al rifiuto italiano di farla approdare, la nave Aquarius ha nuovamente rischiato di spaccare l'Europa. Solo martedì, dopo 4 giorni di braccio di ferro e dopo il "no" di Malta, Italia e Spagna all'approdo, sei Paesi europei hanno trovato un accordo per accogliere i 141 migranti a bordo. La nave dovrebbe ora poter attraccare a Malta per consentire lo sbarco e il trasferimento.

All'intesa partecipano la Spagna (che accoglierà 60 profughi), il Portogallo (dove ne andranno 30), la Francia, la Germania e il Lussemburgo, oltre a Malta che fornirà unicamente il porto di sbarco.. "Accolgo con favore - ha commentato il commissario Ue alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos - la decisione delle autorità maltesi di autorizzare lo sbarco della Aquarius. Questo è stato reso possibile grazie al sostegno di Francia, Spagna, Germania, Portogallo e Lussemburgo, che hanno concordato di prendere una parte di migranti, che si trovano a bordo della nave. Lodo questi Paesi per la loro solidarietà e per la condivisione della responsabilità".

Prima del raggiungimento dell'accordo, la vicenda aveva provocato nuove polemiche e divisioni. Il presidente francese Emmanuel Macron aveva, pur con toni più morbidi rispetto a due mesi fa, espresso disapprovazione per la "dura presa di posizione politica" dell'Italia, mentre il presidente di SOS Méditerranée (ong che arma la Aquarius), Sophie Beau, aveva lanciato un appello ai Paesi europei chiedendo "che si assumano le loro responsabilità per trovare un porto sicuro nel Mediterraneo". E Amnesty International aveva definito "pura crudeltà il vergognoso rifiuto" di Italia e Malta di acconsentire allo sbarco dei migranti. "Queste persone hanno sfidato con coraggio viaggi pericolosi e condizioni inumane in Libia solo per finire bloccati in mare per governi che vergognosamente hanno abdicato alla propria responsabilità di proteggerli. I governi europei devono smetterla di giocare con le vite umane".

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