"ATTO GRAVISSIMO"

Caso Asso 28, "migranti salvati e riportati in Libia da una nave italiana" | Salvini: "Non l'abbiamo ordinato noi"

Il caso denunciato dal deputato di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni. Unhcr annuncia un'indagine. La guardia costiera italiana: "Soccorsi coordinati dai libici". L'armatore conferma la versione di Roma

31 Lug 2018 - 17:23
 © dal-web

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Una nave battente bandiera italiana, la Asso 28, di supporto a una piattaforma petrolifera, ha soccorso un gommone con 108 persone a bordo, riportando poi i migranti in Libia. A denunciarlo è Nicola Fratoianni, esponente di LeU, che ha parlato di "un precedente gravissimo" se l'ordine fosse arrivato dall'Italia. Ma Salvini smentisce responsabilità della guardia costiera italiana. L'armatore dell'Asso 28 conferma: "Ce lo hanno chiesto i libici".

"Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati dalla guardia costiera italiana con 108 persone a bordo nel Mediterraneo è stato soccorso dalla Nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si è diretta verso Tripoli", spiega Fratoianni. "Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della guardia costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l'Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale", aggiunge l'esponente di Liberi e Uguali a bordo della Open Arms. "Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali", ribadisce.

Unhcr: "Indagini su Asso 28, rischio violazioni" - "Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie sul caso del rimorchiatore italiano Asso 28 che avrebbe riportato in Libia 108 persone soccorse nel Mediterraneo. La Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale". Lo scrive su Twitter l'account ufficiale dell'Unhcr.

Salvini: "Tutto falso, Italia non intervenuta" - Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, però smentisce il sostegno della guardia costiera italiana nelle operazioni di salvataggio di centinaia di migranti nel Mediterraneo, poi riportati in Libia. "La guardia costiera Italiana - scrive su Facebook - non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato".

Armatore Asso 28: "Dai libici richiesta di intervento" - A confermare la versione del governo italiano anche la società Augusta Offshore di Napoli, armatrice dell'Asso 28: "E' arrivata dal Marine Department di Sabratah la richiesta "di procedere in direzione di un gommone avvistato a circa 1,5 miglia sud est dalla piattaforma". L'azienda conferma dunque che "le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della guardia costiera libica".

Eni: "Nessun coinvolgimento nella vicenda Asso 28" - "Con riferimento alle dichiarazioni del deputato Nicola Fratoianni, Eni smentisce categoricamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda che è stata interamente gestita dalla Guardia Costiera Libica". Lo riferisce la società in una nota, spiegando che l'operazione di soccorso "è stata gestita interamente dalla guardia costiera libica che ha imposto al comandante dell'Asso 28 di riportare i migranti in Libia. Durante il trasferimento verso Tripoli a bordo del vessel era presente anche un rappresentante della guardia costiera libica. La suardia costiera libica presidia ogni piattaforma che opera nelle sue acque territoriali e ha gestito l'operazione di soccorso in totale autonomia".

"Ma l'Italia rischia una condanna" - Per la vicenda, tuttavia, l'Italia rischia una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. "Potrebbe accadere", dice Marina Castellaneta, ordinario di diritto internazionale a Bari, che spiega: "In base a tutte le convenzioni internazionali lo Stato deve fare in modo che chiunque faccia richiesta di asilo venga tutelato e seguito in questa richiesta. E dunque ha l'obbligo che le sue navi, quelle che battono la sua bandiera, non effettuino dei respingimenti".

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