a Minneapolis

Caso Floyd, Derek Chauvin incriminato per omicidio volontario: ordine di arresto per gli altri 3 agenti coinvolti

L'ex poliziotto che ha soffocato l'afroamericano di 46 anni ora rischia fino a 40 anni di carcere. Continuano le manifestazioni pacifiche nelle principali città Usa

04 Giu 2020 - 01:19
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Il procuratore di Minneapolis ha riqualificato le accuse contro Derek Chauvin per la morte di George Floyd, l'afroamericano ucciso durante l'arresto. L'ipotesi di reato è di omicidio volontario non premeditato, e non più colposo. Ora, l'ex agente rischia fino a un massimo di 40 anni di carcere. Inoltre il procuratore ha ordinato l'arresto degli altri tre poliziotti coinvolti. Per loro l'accusa è di complicità in omicidio volontario.

La richiesta della procura per la cauzione è stata fissata a un milione di dollari. Tutti e quattro gli ex agenti sono ora agli arresti. Aleksander Kueng si è consegnato spontaneamente, Thomas Lane e Tou Thao sono stati portati in carcere in seguito all'ordine. Derek Chauvin era già stato arrestato qualche giorno dopo l'uccisione. 

La famiglia: passo importante verso la giustizia "Un passo importante verso la giustizia": così la famiglia di George Floyd ha commentato gli sviluppi dell'inchiesta sui quattro agenti coinvolti nella morte del 46enne. Lo ha riferito l'avvocato.

Continuano le manifestazioni pacifiche Manifestazioni pacifiche si sono svolte nelle principali città americane, da New York a Washington, da Los Angeles a Philadelphia, dopo che la procura generale del Minnesota ha aggravato l'imputazione per Chauvin e fatto arrestare i suoi tre colleghi accusandoli di complicità.

Al Senato una legge per vietare la stretta al collo da parte della poliziaA sei anni dalla morte di Eric Garner, l'afroamericano soffocato da un agente bianco durante un tentativo di arresto, il Senato Usa introdurrà in settimana la legge che porta il suo nome e che vieta alla polizia di usare la stretta al collo, quella che ha causato la morte anche di George Floyd a Minneapolis. Lo riferisce la Cnn.

L'ex presidente Carter: basta discriminazioni "Siamo costernati dalle tragiche ingiustizie razziali": dopo George W. Bush scende in campo anche l'ex presidente democratico Jimmy Carter con la moglie sulla vicenda della morte di George Floyd. "Siamo con tutto il cuore con le famiglie delle vittime e con tutti coloro che si sentono disperati di fronte all'onnipresente discriminazione razziale e alla crudeltà pura e semplice", afferma in una nota l'ex coppia presidenziale. "La gente in posizione di potere, di privilegio e coscienza morale deve resistere e dire 'questo è abbastanza' a una polizia e a un sistema giudiziario che discrimina, alle ineguaglianze economiche immorali tra bianchi e afroamericani, alle azioni pubbliche che minano la nostra unità democratica", proseguono.

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