NON CI SONO MOTIVAZIONI PLAUSIBILI

Caso Floyd, l'ex agente accusato di omicidio volontario chiede il ritiro dell'accusa

Secondo gli avvocati della difesa non ci sarebbero elementi in grado di supportare le imputazioni di omicidio di secondo e terzo grado e di omicidio colposo di secondo grado

30 Ago 2020 - 08:41
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L'ex agente di polizia di Minneapolis Derek Chauvin, accusato di omicidio volontario nel caso della morte di George Floyd, ha chiesto al giudice il ritiro delle imputazioni. Nelle carte depositate in tribunale venerdì, l'avvocato di Chauvin sostiene che non ci sono motivazioni plausibili per sostenere l'accusa.  

Secondo il legale di Chauvin, non ci sarebbero gli elementi per sostenere un omicidio di secondo o terzo grado, ma nemmeno di omicidio colposo di secondo grado. Floyd morì il 25 maggio, durante un controllo di polizia, dopo essere stato tenuto a terra Chauvin numerosi minuti con il ginocchio dell'agente premuto sul collo. Il caso fu la miccia che fece divampare le manifestazioni contro il razzismo che agitano gli Stati Uniti ormai da più di due mesi.

Mentre gli avvocati della difesa puntano a fare uscire i loro assistiti dall'angolo, i procuratori tirano dritti. Venerdì hanno affermato che l'omicidio di Floyd è stato così crudele che, nel caso Chauvin e gli altri tre agenti coinvolti venissero giudicati colpevoli, chiederanno condanne più severe di quelle raccomandate dalle linee guida statali.

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