I NEMICI DELL'ISLAM SONO DEBOLI

Caso Gerusalemme, ayatollah iraniano: "La Palestina sarà liberata"

Moniti ed appelli da tutto il mondo al presidente Trump, che si avvia a riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Il Papa: preoccupato. La May: "Sia capitale condivisa". Proteste a Gaza, bruciate bandiere Usa

06 Dic 2017 - 17:32
 © ansa

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"La comunità palestinese e quella musulmana vinceranno, la Palestina sarà liberata". A dirlo è l'ayatollah Ali Khamenei, leader spirituale iraniano, attaccando l'iniziativa di Donald Trump di spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme. "Gli annunci da parte dei nemici dell'islam di dichiarare Al Qods capitale del regime sionista derivano dalla loro debolezza, e il mondo islamico si opporrà a questo disegno", ha detto.

Lega Araba: "Provocazione ingiustificata" - Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, ha definito l'iniziativa di Trump "una provocazione ingiustificata". In dichiarazioni ai giornalisti fatte a Il Cairo, Aboul Gheit ha detto che "la posizione religiosa di Al Qods (Gerusalemme in arabo) nel cuore di tutti gli arabi, musulmani e cristiani, rende assurda qualsiasi manipolazione del suo status".

Erdogan convoca summit dei Paesi islamici - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, intanto, ha invitato i 57 Paesi membri dell'Organizzazione della cooperazione islamica a riunirsi il 13 dicembre a Istanbul per un summit straordinario. Lo ha reso noto il suo portavoce, Ibrahim Kalin, spiegando che Erdogan ha avuto in queste ore contatti telefonici in merito con il suo omologo palestinese Abu Mazen e i leader di Iran, Arabia Saudita, Qatar, Tunisia, Pakistan, Indonesia e Malesia.

Proteste a Gaza, bruciate bandiere Usa - In diverse località di Gaza e della Cisgiordania sono stati organizzati cortei di protesta contro la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha precisato che a Gaza migliaia di persone si sono raccolte nella piazza del milite ignoto dove hanno scandito slogan ostili agli Stati Uniti. Alcune bandiere americane sono state date alle fiamme.

Papa: "Profonda preoccupazione, rispettare lo status quo" - Sulla questione è intervenuto anche Papa Francesco che, al termine dell'udienza generale, ha rivolto un appello per la situazione del Medio Oriente e di Gerusalemme. "Il mio pensiero va ora a Gerusalemme. Al riguardo, non posso tacere la mia profonda preoccupazione per la situazione che si è creata negli ultimi giorni e, nello stesso tempo, rivolgere un accorato appello affinché sia impegno di tutti rispettare lo status quo della città, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite", ha detto il Pontefice.

Leader cristiani di Gerusalemme: "Aumenterà la violenza" - I leader cristiani di Gerusalemme sono "certi" che i passi che Trump si accinge a intraprendere "aumenteranno l'odio, il conflitto, la violenza e le sofferenze a Gerusalemme e in Terra Santa". Lo si legge in una lettera inviata al presidente Usa firmata da nove responsabili delle chiese cristiane, tra cui Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino, e padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa. "Il nostro consiglio è di continuare a riconoscere lo status quo a Gerusalemme. Ogni cambiamento improvviso provocherebbe danni irreparabili".

Rohani: "L'Iran non tollererà la violazione di Trump" - Il presidente iraniano Hassan Rohani ha attaccato il piano di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, avvertendo che Teheran non lo tollererà. L'Iran "non tollererà una violazione dei luoghi santi musulmani", ha affermato in un discorso a Teheran. "I musulmani devono rimanere uniti contro questo grande complotto", ha aggiunto.

Cremlino: "Rischio che si aggravi il conflitto tra Israele e autorità palestinesi" - Il Cremlino ha espresso preoccupazione per il fatto che il conflitto tra Israele e le autorità palestinesi possa ulteriormente aggravarsi per l'annuncio di Trump di spostare l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. "Tuttavia, non discuteremo di decisioni che ancora non sono state prese", ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Siria: "Da Trump un'iniziativa pericolosa" - Per il governo siriano quella di Trump è una "iniziativa pericolosa". "Si tratta di un chiaro esempio del disprezzo degli Stati Uniti per la legge internazionale", ha sottolineato il ministero degli Esteri in un commento riferito dall'agenzia governativa Sana.

Theresa May: "Gerusalemme dovrebbe essere capitale condivisa" - La premier britannica, Theresa May, ha annunciato che intende parlare con Trump dello status di Gerusalemme e ha aggiunto che a suo parere "Gerusalemme dovrebbe diventare una capitale condivisa fra gli Stati israeliano e palestinese". Secondo la May, in ogni caso, "lo status di Gerusalemme dovrebbe essere determinato in un accordo negoziato fra israeliani e palestinesi".

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