Riconosciuta l'immunità

Marò, Tribunale arbitrale internazionale dà ragione all'Italia: riconosciuta l'immunità, no a giurisdizione dell'India

Salvatore Girone: "Dopo 8 anni nel limbo riotteniamo la libertà". Secondo i giudici, Roma dovrà però risarcire "l'India per la perdita di vite umane". Il presidente Mattarella esprime "soddisfazione"

02 Lug 2020 - 21:01

Sul caso dei due marò, il Tribunale arbitrale internazionale ha dato ragione all'Italia. I giudici hanno infatti riconosciuto "l'immunità" dei fucilieri di marina Latorre e Girone in relazione ai fatti del 15 febbraio 2012; l'India non può quindi esercitare la propria giurisdizione. L'Aja ha riconosciuto che i militari erano funzionari dello Stato, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni. Girone: "Dopo 8 anni nel limbo, riotteniamo la libertà".

Secondo il Tribunale arbitrale, tuttavia, "l'Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l'India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano Saint Anthony", a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala. "Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti". 

La giurisdizione del caso Lexie è dunque dell'Italia. La Farnesina ha fatto sapere che sarà riavviato "il procedimento penale sui fatti occorsi il 15 febbraio 2012, a suo tempo aperto dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma". Il ministero degli Esteri sottolinea che la decisione del Tribunale arbitrale lascia impregiudicato l'accertamento relativo ai fatti e al diritto per quel che concerne il procedimento penale che dovrà svolgersi in Italia. "Si desidera - conclude la nota - esprimere apprezzamento per l'efficace lavoro svolto in questi anni dal team legale a tutela dell'Italia nelle sedi giudiziarie indiane e internazionali".

La figlia di Latorre: "Qualcuno dovrà chiedere scusa" "Finalmente questa storia si conclude", "non festeggeremo perché è ancora presto, ma facciamo un sospiro di sollievo", scrive su Facebook Giulia Latorre, figlia di uno dei due marò, Massimiliano. "Un giorno qualcuno chiederà scusa a questi uomini che hanno portato avanti una storia da ben 8 anni con dignità e onore, non pronunciando mai una parola fuori posto".

Girone: "Increduli, dopo 8 anni nel limbo riotteniamo la libertà" "Sono stato quasi incredulo. Aspettavamo da tempo il verdetto". Sono le prime parole del fuciliere di Marina Salvatore Girone dopo la decisione del Tribunale arbitrale internazionale. "Eravamo da otto anni e mezzo sempre nel limbo di questa vicenda - spiega il marò -. Ora posso riottenere la mia libertà personale, purtroppo fino ad oggi vincolata dalle procedure lunghissime determinate dalla giurisdizione indiana".

Mattarella esprime "soddisfazione" - Il Presidente dalla Repubblica ha espresso "soddisfazione" per la conclusione la decisione del tribunale arbitrale internazionale sul caso dei Marò e ha espresso il suo "ringraziamento" alla Farnesina per l'impegno profuso nella gestione della complessa vicenda. 

Caso marò, un'odissea lunga otto anni

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Di Maio: "Punto definitivo su una lunga agonia" "Non abbiamo mai smesso di seguire questo caso, ma voglio ringraziare anche chi mi ha preceduto per la costanza e la determinazione impiegate su questa vicenda", commenta il ministro Luigi Di Maio. "L'Italia naturalmente rispetterà quanto stabilito dal Tribunale arbitrale, con spirito di collaborazione. Oggi si mette un punto definitivo a una lunga agonia. Un abbraccio ai nostri due marò e alle loro famiglie". "Mi sembra una buona notizia", ha aggiunto il premier Giuseppe Conte.

Guerini: "Fine di una vicenda gravosa" "Un risultato che accogliamo con soddisfazione, che mette fine a una vicenda che andava avanti da anni, particolarmente gravosa anche per i suoi aspetti umani", dice il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. "Per questo rivolgo un affettuoso pensiero ai nostri due marò e alle loro famiglie per i difficili momenti che hanno vissuto".

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