futuro incerto

Catalogna alle urne per uscire dal caos: nuova sfida indipendentisti-unionisti

Il voto si terrà in un contesto straordinario. Ben 18 politici separatisti sono accusati dalla procura spagnola di ribellione e sedizione: Puigdemont si trova in autoesilio in Belgio, Junqueras è in carcere

21 Dic 2017 - 07:14
 © -afp

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Catalogna alle urne per decidere il proprio futuro. Lo scorso 27 ottobre Carles Puigdemont aveva proclamato la repubblica e il premier spagnolo Mariano Rajoy lo aveva destituito e fissato nuove elezioni. Quel giorno è arrivato e i sondaggi prevedono una Catalogna spaccata tra indipendentisti e unionisti, con gli indecisi ago della bilancia. In caso di testa a testa, sarà difficile immaginare una collaborazione tra posizioni tanto divergenti.

Gli schieramenti Sette liste principali sono in lizza domani alle elezioni catalane, tre indipendentiste (Erc, JxCat, Cup), tre unioniste (Cs, Psc, Pp) e una vicina a Podemos, CeC, che propone una 'terza via' fra i due fronti opposti.

I candidati - Tre i candidati più autorevoli all'incarico di nuovo presidente della Catalogna: l'uscente Carles Puigdemont, in auto-esilio in Belgio, capolista di JxCat, il leader di Erc Oriol Junuqeras, in carcere a Madrid, e Ines Arrimadas, la leader di Ciudadanos (Cs), che secondo i sondaggi dovrebbe arrivare primo fra i partiti unionisti davanti al Psc di Miquel Iceta e al Pp di Xavier Albiol. L'elezione dovrebbe svolgersi nella seconda metà di gennaio nel nuovo Parlament. Se vincessero o Junqueras, la presidenza potrebbe andare alla numero due di Erc Marta Rovira.

Elezioni anomale - Il voto si terrà in un contesto straordinario, dato che ben 18 politici separatisti sono accusati dalla procura spagnola di ribellione e sedizione. Fra loro lo stesso Puigdemont, che si trova in autoesilio in Belgio insieme ad altri quattro ex ministri del suo governo.

La previsione del Pais - Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, il partito indipendentista Erc dell'ex vice governatore Oriol Junqueras ora in carcere arriverebbe primo, con 33 seggi; seguirebbe la formazione centrista Ciudadanos (Cs) favorevole invece all'unità della Spagna; mentre il partito Junts per Catalunya (JxCat) di Puigdemont arriverebbe solo al terzo posto, con 27 seggi; seguito dal Partito socialista catalano al quarto posto con 20 seggi. Si prospetta invece un risultato umiliante per il Partito popolare di Rajoy, che otterrebbe solo sei seggi. Secondo questa previsione, si giungerebbe ad un esito senza nessun vincitore e senza una ipotesi chiara di maggioranza da potere formare.

Le ragioni della parità - Mentre in un primo momento erano solo gli indipendentisti a far sentire la propria voce, col passare dei giorni anche gli unionisti hanno espresso le proprie ragioni e le proprie preoccupazioni. Tra queste, ha assunto un peso via via maggiore quella riguardante l'economia catalana, con circa tremila società in fuga dalla regione sull'onda dell'instabilità derivata dal referendum sull'indipendenza dello scorso 1° ottobre. In secondo luogo, la campagna elettorale indipendentista è stata azzoppata dalla condizione sei suoi leader. Mentre Junqueras si trova in carcere con l'accusa di ribellione, sedizione e abuso di fondi pubblici, Puigdemont si è rifugiato in Belgio.

La previsione di Gesop - Secondo lo studio di sondaggisti Gesop, invece, gli indipendentisti sarebbero vicini alla maggioranza assoluta. Le tre liste secessioniste Erc, JxCAT e Cup sarebbero a quota 67-70 seggi su 135 (maggioranza assoluta a 68), le unioniste (Cs, Psc e Pp) a 55-58. La "terza via" di CeC (Podemos) prenderebbe 10-11 seggi. In comune col sondaggio precedente, la centralità degli indecisi, che qui si attesterebbero al 27,8%.

Il numero dei votanti - Sono 5,5 milioni gli elettori catalani chiamati alle urne domani per eleggere i 135 nuovi deputati del parlamento regionale di Barcellona, secondo i dati aggiornati resi pubblici oggi dal delegato del governo spagnolo in Catalogna Enric Millo. L'affluenza dei votanti viene stimata intorno all'80% degli aventi diritto, che si potranno recare alle urne dalle 9 alle 20.

Diffidenza catalana - Gli indipendentisti non si fidano delle autorità spagnole, che hanno preso il controllo del meccanismo elettorale dopo la decapitazione del Govern. Le tre liste indipendentiste hanno previsto 37 mila osservatori ai 2680 seggi di voto. L'organizzazione della società civile Anc ha organizzato un sistema parallelo per ricontare tutte le preferenze.

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