Alcune ex caserme militari trasformate per "correggere uomini dall'orientamento sessuale non tradizionale". La Farnesina si attiva
"Ci hanno torturati con la corrente elettrica e picchiati con dei tubi: volevano sentirci dire che siamo gay": arrivano dalla Cecenia le testimonianze di chi è stato arrestato e picchiato perchè omosessuale. Sarebbero almeno un centinaio gli uomini detenuti illegalmente in un centro di prigionia ad Argun, un'ex caserma a pochi chilometri dalla capitale Grozny, la cui esistenza sarebbe subito stata smentita dalle autorità cecene.
Il mondo dell'associazionismo e della politica è insorto contro le carceri cecene, dove sarebbero avvenute le torture sugli omosessuali. Anche la Farnesina si è mobilitata chiedendo che sia fatta chiarezza. "Attivati uffici Farnesina per informazioni su situazione gay in Cecenia e sulla denunciata inaccettabile violazione dei diritti umani", ha scritto su Twitter il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.
Un primo reportage "omicidio dell'onore", che raccontava di arresti di massa e di almeno tre morti è stato liquidato dai vertici ceceni come "calunnia" e "pesce d'aprile mal riuscito". Poi il quotidiano russo Novaya Gazeta ha rilanciato la notizia e aperto una hot line assieme agli attivisti del gruppo pietroburhese "Rete LGBT", che ha raccolto diverse testimonianze e racconti su persone che hanno perso la vita o sono state costrette alla fuga a causa del loro orientamento sessuale.