Speciale Cecilia Sala
DETENUTA DAL 19 DICEMBRE

Cecilia Sala, nuova telefonata alla famiglia dal carcere di Evin: "Fate presto" | Ambasciata iraniana: "Fornita tutta l'assistenza necessaria"

Il racconto della detenzione in isolamento: "Dormo per terra e mi hanno tolto anche gli occhiali". Tajani: "Pretendiamo il rispetto dei suoi diritti". Il premier Meloni riceve la mamma della giornalista a Palazzo Chigi

02 Gen 2025 - 22:28

Poco dopo il racconto drammatico di Cecilia Sala, che dalla prigione di Evin parla delle sue condizioni di detenzione, si apprende che dagli Usa è arrivato un documento in cui si chiede ai giudici di Milano che Abedini, l'iraniano arrestato in Italia su richiesta di Washington, resti in carcere. La giornalista, in una nuova telefonata ai genitori e al compagno, ha detto di essere detenuta in isolamento totale, priva di beni essenziali e in condizioni che smentiscono ogni rassicurazione di un trattamento dignitoso, come avevano invece detto le autorità iraniane. La telefonata è stata fatta mercoledì dopo giorni di silenzio. L'ambasciata iraniana ha però replicato che sarà "fornita tutta l'assistenza necessaria". Intanto, Elisabetta Vernoni, la mamma della giornalista, è stata ricevuta dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, dopo il vertice di urgenza convocato nel pomeriggio dal capo del governo.

Teheran: "Fornite tutte le agevolazioni necessarie"

 A Cecilia Sala, dunque, "sono state fornite tutte le agevolazioni necessarie". Lo scrive su X l'ambasciata iraniana a Roma nel suo resoconto dell'incontro avvenuto alla Farnesina fra l'ambasciatore Mohammad Reza Sabouri e il Segretario generale del ministero degli Esteri, Riccardo Guariglia. Un colloquio che l'ambasciata di Teheran ha definito "amichevole". "L'ambasciatore del nostro Paese ha annunciato in questo incontro che sin dai primi momenti dell'arresto della signora Sala, secondo l'approccio islamico e sulla base di considerazioni umanitarie, si è garantito l'accesso consolare all'ambasciata italiana a Teheran, sono state inoltre fornite alla signora Sala tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari".

Tajani convoca l'ambasciatore iraniano: liberare Sala e garantirle tutti i diritti

   Nell'incontro alla Farnesina con l'ambasciatore iraniano sul caso Sala, da parte italiana è stata innanzitutto chiesta la liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. Il segretario generale Riccardo Guariglia ha ribadito la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all'Ambasciata d'Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati. "Il governo, come dal primo giorno dell'arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia e i suoi genitori non saranno mai lasciati soli", ha ribadito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

L'atto arrivato dagli Usa

 Nella nota inviata dagli Stati Uniti alla Corte di appello di Milano, intanto, si afferma che Abedini è un soggetto pericoloso. L'atto, di quattro pagine, è stato inviato per via diplomatica pochi giorni dopo l'arresto del 38enne iraniano, quindi prima dell'istanza con cui il difensore, l'avvocato Alfredo de Francesco, ha chiesto i domiciliari. La nota del dipartimento di Giustizia del Massachusetts, sarà ora posta all'attenzione della Procura generale di Milano che dovrà fornire un parere, non vincolante, sulla richiesta di attenuazione della misura cautelare. In base a quanto si apprende, il pg dovrebbe comunicare venerdì il suo parere e la Corte fissare un'udienza per la prossima settimana. 

Dorme sul pavimento con due coperte

 Nonostante la rassicurazioni fornite dall'ambasciata iraniana, dalla cella in cui è detenuta, la giornalista italiana ha spiegato che dorme sul pavimento con due coperte, una per coprirsi e una sotto, in regime di isolamento. Significa che dal momento del suo arresto non ha contatti con nessuno e l'unica persona che ha visto è l’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei. Nessun incontro nemmeno con le guardie che la controllano, che le passano il cibo da una fessura. Nella cella non c’è neanche una brandina, solo una luce accesa 24 ore su 24. "Dovete fare presto", ha ripetuto la donna come già aveva fatto durante la prima telefonata giunta ai genitori e al compagno.

Cecilia Sala, la giornalista arrestata a Teheran

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Nessun pacco con i beni di prima necessità recapitato nella cella

 Sala ha smentito anche di aver ricevuto il pacco con i beni di prima necessità che era stato inviato dalla famiglia attraverso la Farnesina e che le autorità iraniane avevano confermato di averle recapitato. Conteneva articoli per l'igiene personale, sigarette, quattro libri e una mascherina per coprire gli occhi da quel faro sempre acceso e garantirsi un minimo di sollievo almeno durante la notte. Nulla di tutto ciò è stato recapitato e anzi, alla giornalista sono stati anche tolti i suoi occhiali da vista.

Il vertice d'urgenza a Palazzo Chigi

 Il caso di Cecilia Sala è stato al centro di un vertice d'urgenza, durato circa un'ora, a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano e i Servizi di intelligence.

L'Italia all'Iran: "Garanzie sulle condizioni di detenzione"

 La notizia della telefonata arriva dopo che l'Italia, in una nota verbale consegnata dalla Farnesina a Teheran, ha chiesto formalmente all'Iran "garanzie totali sulle condizioni di detenzione di Cecilia Sala" e la sua "liberazione immediata". Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno aveva ricordato il caso della giornalista: "Interpreto l'angoscia di tutti per la sua detenzione e le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia", aveva detto il capo dello Stato.

Lunedì Mantovano (Sicurezza) in audizione al Copasir

 È infine prevista per lunedì alle 14 l'audizione al Copasir dell'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, sul caso di Cecilia Sala. Era stato lo stesso sottosegretario a dare la sua disponibilità a riferire al Comitato giovedì stesso sulla vicenda, ma non ci sarebbe stato un numero sufficiente di componenti dell'organismo parlamentare a Roma per tenere l'incontro in giornata.

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