Incontro a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e la madre di Cecilia Sala
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Il ministro interviene a "Zona Bianca" su Rete 4: "Le condizioni di detenzione di Cecilia non sono ancora quelle che ci erano state assicurate". Oggi l'ambasciatrice italiana sarà al ministero iraniano
L'Italia ha inoltrato una nuova richiesta all'Iran per la liberazione di Cecilia Sala, la giornalista arrestata e detenuta nel carcere di Evin con l'accusa di "aver violato le leggi della Repubblica Islamica". "Abbiamo chiesto ancora una volta all'Iran la liberazione di Cecilia Sala perché è detenuta senza alcun motivo", ha adichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo in diretta su Rete 4. "Spero in tempi non lunghi per il rilascio", ha aggiunto. Poche ore prima la madre di Cecilia, Elisabetta Vernoni, aveva incontrato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
In attesa della liberazione della reporter 29enne "abbiamo chiesto che sia trattata come devono essere trattati i detenuti, perché ancora lei non ha le condizioni che ci erano state assicurate", ha affermato ancora il vicepremier ospite della trasmissione "Zona Bianca". "Non possiamo accettare che ci sia una detenzione che non sia rispettosa della persona".
Venerdì mattina è stata convocata al ministero degli Esteri a Teheran "la nostra ambasciatrice, vedremo cosa diranno gli iraniani", ha poi riferito il vicepremier.
"Mi auguro che i tempi per il rilascio di Cecilia Sala siano i più brevi possibili, ma non dipende da noi", ha proseguito Tajani. "Stiamo facendo tutto ciò che è nostro possesso con la presidenza del Consiglio, il ministero degli Esteri e l'intelligence. Stiamo lavorando 24 ore su 24 per cercare di risolvere il problema e riportare Cecilia a casa al più presto". Le precisazioni del ministro degli Esteri sono giunte nello stesso giorno in cui la giornalista italiana ha effettuato una nuova telefonata dal carcere iraniano in cui è detenuta.
"La nostra ambasciatrice aveva consegnato al ministero degli Esteri beni materiali e alimentari per Cecilia Sala", ha precisato Tajani. "Ci hanno detto che erano stati consegnati e invece c'è ancora una fase di ritardo. Non è che possiamo entrare in carcere, ci dobbiamo affidare a quello che ci dicon. Adesso la nostra ambasciatrice ha chiesto un'altra visita consolare, sarebbe la seconda. Poi Cecilia ha avuto la possibilità di fare telefonate al padre, alla madre e al fidanzato più di una volta, questo è un fatto certamente positivo. Però non è sufficiente. Bisogna assolutamente che lei abbia condizioni in cella di rispetto dei suoi diritti. Quindi deve esserci un letto, deve avere la possibilità di leggere. Lo chiediamo con grande fermezza".
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Tocca alla magistratura decidere se concedere domiciliari a cittadino svizzero-iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, fermato a Milano in base al mandato d'arresto internazionale spiccato dagli Stati Uniti. Tajani ha sottolineato che "bisognerà attendere ancora qualche giorno. Dopo si parlerà di estradizione, ma sarà sempre la magistratura a decidere".