Una volta persa la speranza di proseguire la cura per il bimbo, la famiglia vorrebbe farlo morire nella sua culla. Il giudice deciderà mercoledì
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I genitori di Charlie Gard, il piccolo affetto da una sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, si sono rivolti nuovamente all'Alta Corte di Londra per trasferire a casa il bimbo prima di staccare la spina. L'ospedale dove il piccolo è ricoverato, il Great Ormond Street, ha invece dei dubbi sul suo spostamento. Deciderà il giudice mercoledì. Intanto il Bambino Gesù fa sapere: "Siamo stati interpellati troppo tardi per poter intervenire".
Una volta gettata la spugna sul fronte della speranza di proseguire nelle cure e tentare di allungare la vita del proprio bimbi, i genitori di Charlie ora aprono un altro fronte per come far morire il loro bambino. Charlie compirebbe un anno il 4 agosto e lunedì i genitori hanno detto che non arriverà a quella data. Si tratta quindi di pochissimi giorni, ormai il tempo stringe. E di fronte alle perplessità dei medici non hanno visto altra strada che rivolgersi nuovamente a un giudice.
Il giudice invita le parti a trovare un accordo - Durante l'udienza all'Alta Corte di Londra, il giudice Nicholas Francis ha invitato "i genitori di Charlie Gard e l'ospedale dove il bimbo è ricoverato" a trovare "un accordo". Alla richiesta del trasferimento del bimbo a casa, il Great Ormond aveva chiesto l'intervento di un mediatore, ma i Gard hanno rifiutato. I rappresentanti dell'ospedale hanno spiegato che vorrebbero accontentarli, ma allo stesso tempo vogliono tenere in considerazione il migliore interesse del bambino, a cui verrà staccata la spina dei respiratori. La decisione dell'Alta Corte arriverà mercoledì.
Bambino Gesù: "Arrivati troppo tardi" - La "terapia sperimentale poteva rappresentare una opportunità per Charlie Gard ma si è arrivati troppo tardi". Lo ha affermato il professor Luigi Bertini dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma nel corso della conferenza stampa sul piccolo inglese affetto da una malattia genetica.