Il leader del "Partito di dio" è nato nel 1960 e ha trasformato il gruppo sciita libanese da realtà paramilitare locale a partito politico con un grande seguito.
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Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, è stato al timone del gruppo libanese sciita dal 1992, quando prese il posto di Abbas Musawi dopo il suo assassinio. È sotto la sua guida che il "Partito di dio" è passato da realtà paramilitare locale a partito politico con un grande seguito, oltre che detentore di un temibile arsenale bellico. Nel 2021 lo stesso Nasrallah dichiarò che contava su 100mila combattenti, numero confermato dagli analisti. Protagonista dei legami sempre più stretti con l'Iran e con la guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, il 64enne leader di Hezbollah non compare in pubblico da anni, per evitare il rischio di essere assassinato da Israele. Per questo motivo tiene i suoi discorsi collegandosi da località sconosciute e solitamente il movimento sciita convoca una manifestazione per permettere ai sostenitori di guardarli su maxi schermi. Non è stato così però nel discorso tenuto il 19 settembre, quando aveva preso la parola per la prima volta dopo gli attacchi, ampiamente attribuiti a Israele, in cui in Libano sono esplosi cercapersone e walkie-talkie. Hassan Nasrallah è morto a seguito di un attacco missilistico israeliano a Beirut.
Israele ha "superato tutte le linee rosse", aveva dichiarato Nasrallah accusando lo Stato ebraico di avere fatto una dichiarazione di guerra e promettendo una punizione. Nasrallah ha ammesso quel giorno che per Hezbollah l'attacco ai dispositivi di comunicazione usati dai suoi membri è stato un "duro colpo", ma ha assicurato che "diventeremo più forti e saremo pronti ad affrontare il peggio".
La visione del mondo di Nasrallah è stata senz'altro condizionata dalla sua storia personale. Nato a Beirut nel 1960 da una famiglia umile, fin dall'infanzia si dedicò allo studio dell'Islam. Visse la guerra civile libanese. Dopo aver iniziato la sua carriera politica nel movimento Amal, fondato dal religioso iraniano Musa al Sadr, che si concentrava principalmente sulla comunità sciita libanese, si trasferì in Iraq per dedicarsi agli studi religiosi a Najaf quando aveva 16 anni. Fu poi espulso dal Paese nel 1978.
Tornato in Libano, si unì a Hezbollah nel 1982, quando il gruppo nacque a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele. Dopo l'assassinio da parte di Israele di Musawi nel 1992, Nasrallah fu nominato segretario generale. Nel 2006 Hezbollah diventò l'unica forza armata a costringere Israele a ritirarsi da un Paese arabo, dopo una guerra di 34 giorni. Da quel momento Nasrallah iniziò a essere percepito come un eroe nel mondo arabo, arrivando a essere uno dei punti di riferimento del cosiddetto "Asse della resistenza" supportato dall'Iran. Che include appunto Hezbollah, Hamas, Jihad Islamico, Houthi, milizie sciite in Iraq e la Siria di Bashar Al Assad.
Con l'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas nel sud di Israele, a cui seguì lo scoppio della guerra a Gaza, è iniziato un altro capitolo nella situazione sempre tesa al confine fra Libano e Israele. Nasrallah disse che non era a conoscenza del piano d'attacco di Hamas, ma lo elogiò come un "atto eroico". Dal giorno dopo iniziarono lanci di razzi contro Israele in segno di solidarietà con i palestinesi. "Cessi il fuoco a Gaza e Hezbollah cesserà i lanci di razzi", è il mantra che Nasrallah ha ripetuto negli 11 mesi di guerra nella Striscia.
Sposato e con cinque figli, Nasrallah indossa sempre il turbante nero dei Sayyed, considerati dall'umma i discendenti del profeta Maometto. In una rara intervista, ha dichiarato di aver giocato a calcio in gioventù e di amare ancora Diego Armando Maradona.