VITA E CARRIERA

Chi è Mark Carney, il "Mario Draghi" canadese eletto nuovo primo ministro

Ex governatore della Banca d'Inghilterra, il neo premier è stato scelto come "antidoto" ai programmi minacciosi di Trump. "Maga" contro "Canada strong"

29 Apr 2025 - 14:20
 © Afp

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Mark Carney è il nuovo primo ministro del Canada. Dopo aver prestato giuramento a marzo, in seguito alle dimissioni del suo predecessore Justin Trudeau, ha indetto elezioni anticipate. E le ha vinte, nonostante l'ombra di Trump sul voto e sui conservatori. Il "Mario Draghi" canadese, economista ed ex governatore della Banca Centrale mai prima d'ora impegnatosi attivamente in politica, è stato scelto dai suoi connazionali come "antidoto" ai programmi minacciosi provenienti dalla presidenza degli Stati Uniti. All'ormai celeberrimo "Maga" (Make America Great Again), Carney ha opposto un semplice ma incisivo "Canada Strong" durante la sua campagna elettorale.

Ex governatore di Banca d'Inghilterra e Canada

 Carney è stato governatore della Banca d'Inghilterra, il primo cittadino non britannico in assoluto ad assumere tale carica. In precedenza, aveva guidato il suo Paese durante la crisi finanziaria del 2008 come governatore della Banca del Canada.

Perché Carney è stato scelto come premier dai canadesi

 A differenza della maggior parte dei candidati alla carica di premier, Carney non aveva mai ricoperto prima d'ora una carica politica. La sua competenza in materia economico-finanziaria ha però convinto gli elettori. Il leader liberale aveva puntato proprio sulla sua esperienza nella gestione delle crisi economiche globali, sperando che i canadesi lo vedessero come la guida più adatta a tenere testa a Trump, tra guerra commerciale e velleità di annettere il Canada come 51esimo Stato Usa.

La vita di Mark Carney

 Mark Carney è nato nel 1965 nella piccola cittadina di Fort Smith, nei Territori del Nord-Ovest. Con tre nonni su quattro provenienti dall'Irlanda, il neo premier è sia cittadino irlandese sia canadese. Ha poi ottenuto la cittadinanza britannica nel 2018, ma ha recentemente dichiarato di voler rinunciare ai due passaporti d'oltreoceano perché ritiene che il primo ministro dovrebbe essere cittadino unicamente canadese. Figlio di un preside di una scuola superiore, grazie a una borsa di studio fu ammesso all'Università di Harvard, dove tra le altre cose si distinse nello sport più canadese che esista: l'hockey su ghiaccio. Nel 1995 conseguì il dottorato di ricerca in Economia presso l'Università di Oxford, realizzando una tesi sulla possibilità che la concorrenza interna possa rendere un'economia più competitiva a livello nazionale. Un tema che sicuramente sarà ripescato mentre il Canada è impegnato a semplificare il commercio interno di fronte ai dazi americani.

La carriera di Mark Carney

 Nel 2003 Carney lasciò il settore privato per lavorare nella Banca Centrale del Canada come vicegovernatore. Divenne poi viceministro presso il Dipartimento delle Finanze. Nel 2007, fu nominato governatore della Banca del Canada, poco prima del crollo dei mercati globali, che fece sprofondare il Paese in una profonda recessione. In patria, Carney è riconosciuto come una delle figure che ha aiutato il Paese a evitare il peggio durante la crisi. Sebbene i banchieri centrali siano notoriamente cauti, Carney dichiarò apertamente la sua intenzione di mantenere bassi i tassi di interesse per almeno un anno, dopo averli tagliati drasticamente. Quella mossa avrebbe aiutato le aziende a continuare a investire anche quando i mercati crollarono.

L'esperienza alla guida della Banca d'Inghilterra

 Carney seguì un approccio simile anche quando fu chiamato a Londra a dirigere la Banca d'Inghilterra. A lui viene attribuito il merito di aver modernizzato l'istituto centrale, comparendo sui media molto più frequentemente rispetto al suo predecessore. Nel 2015 la Banca inglese ridusse il numero delle riunioni sui tassi di interesse da 12 a 8 all'anno e iniziò a pubblicare i verbali insieme all'annuncio delle decisioni. Quando Carney divenne governatore, i tassi erano ancorati a minimi storici, ma introdusse una politica di "forward guidance", in base alla quale la Banca avrebbe cercato di sostenere ulteriormente l'economia e incoraggiare i prestiti impegnandosi a non aumentare i tassi finché la disoccupazione non fosse scesa al di sotto del 7%. La confusione suscitata da questa politica portò un parlamentare a paragonarlo a un "fidanzato inaffidabile" ("unreliable boyfriend"), un soprannome che è rimasto in circolazione a lungo anche dopo la fine della controversia iniziale. A differenza dei governatori precedenti, che in genere mantenevano un basso profilo, è intervenuto in modo controverso in vista di due importanti referendum costituzionali. Nel 2014 avvertì che una Scozia indipendente avrebbe potuto dover cedere poteri al Regno Unito se avesse voluto continuare a utilizzare la sterlina. Prima del referendum sulla Brexit, aveva lanciato l'allarme: un voto per uscire dall'Ue avrebbe potuto innescare una recessione.

Verso l'incontro-scontro con Trump

 Il periodo trascorso da Carney presso le due Banche Centrali gli ha consentito di acquisire una notevole esperienza nel trattare con Donald Trump. Dal 2011 al 2018, Carney è stato presidente del Financial Stability Board, che ha coordinato il lavoro delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, conferendogli un ruolo chiave nella risposta globale alle politiche della prima presidenza Trump. Era un ospite fisso degli incontri del G20 e aveva "messo nel mirino" il presidente americano già da tempo. Sebbene all'epoca avesse tenuto per sé i suoi pensieri sul tycoon, negli ultimi giorni è stato molto più schietto. Dopo i ripetuti commenti di Trump sulla possibilità di fare del Canada il 51esimo Stato degli Usa, si è mostrato meno diplomatico, paragonandolo al "cattivo dei libri di Harry Potter". "Se pensi a cosa c'è in gioco in questi commenti ridicoli e offensivi del presidente, a cosa potremmo essere, penso che questi siano una sorta di commenti alla Voldemort", aveva commentato Carney. Il neo premier sembra pronto a farsi carico del fardello della guerra dei dazi, sottolineando che continuerà a imporre tariffe doganali reciproche "finché gli americani non ci mostreranno rispetto e non prenderanno impegni credibili e affidabili per un commercio libero ed equo".

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