L'iter dell'estradizione del cittadino italiano detenuto negli Usa dal 1998 prevede una serie di step burocratici da parte a parte dell'Oceano
Saranno necessarie "settimane" o fino a "un paio di mesi" prima che Chico Forti possa rientrare in Italia. "Ci sono procedure tecniche non comprimibili, ma Farnesina e Giustizia faranno di tutto per accelerare i tempi per quanto di loro competenza", spiegano all'agenzia di stampa LaPresse fonti qualificate. Le procedure per l'estradizione del cittadino italiano, attualmente detenuto in Florida, infatti prevedono diversi passaggi. Ecco quali.
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In primo luogo, dopo aver ricevuto l'ordine dal governatore della Florida Ron DeSantis, Chico Forti sarà trasferito dal carcere statale dove si trova in un penitenziario federale.
A quel punto la pratica passerà al dipartimento di Giustizia che trasmetterà al ministero di Giustizia italiano la sentenza tradotta e la documentazione prevista che indicherà la possibilità del trasferimento.
Il ministero italiano girerà la documentazione all'autorità giudiziaria, che, a sua volta, dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione.
A questo punto verrà organizzato il trasferimento del detenuto in Italia dove dovrà scontare la pena dell'ergastolo, ma verranno rispettati i regolamenti e le norme italiane.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva parlato più volte del caso Forti con il Segretario di Stato americano Antony Blinken; il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva avanzato la questione in novembre al Dipartimento di Giustizia, in un incontro con l'Attroney general Merrick Garland.
Uno degli ostacoli più difficili, quello dell'ergastolo "without parole" americano, era stato affrontato proprio da Nordio.