Il presidente Lai ordina una "risposta rigorosa". Gli Usa: "Contrari a cambiamenti unilaterali"
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Le forze armate della Cina hanno tenuto nuove esercitazioni "a fuoco vivo" e a lungo raggio nel Mar Cinese Orientale, aumentando la pressione su Taiwan e sul suo presidente, Lai Ching-te, considerato da Pechino un "ostinato promotore dell'indipendenza" dell'isola. L'esercito cinese ha quindi reso noto di avere simulato "attacchi a porti e infrastrutture energetiche chiave". Le manovre nella cruciale via d'acqua dello Stretto di Taiwan mirano a "testare le capacità delle truppe" in aree come "blocco e controllo e attacchi di precisione su obiettivi chiave", ha affermato in un comunicato Shi Yi, portavoce del Comando del teatro orientale dell'esercito di Pechino.
Le esercitazioni fanno seguito a quelle intraprese martedì dalle forze armate cinesi nello Stretto, con lo scopo di lanciare "un severo avvertimento" alle "forze che promuovono l'indipendenza dell'isola". Shi Yi ha inoltre detto che l'esercitazione si concentra sulla prontezza al combattimento aereo e marittimo e sull'acquisizione del controllo totale, con simulazioni di attacchi contro obiettivi terrestri e marittimi e l'imposizione di blocchi su aree e rotte chiave. Martedì, in una vignetta che accompagnava l'annuncio dell'esercitazione, il presidente taiwanese Lai Ching-te veniva definito come "un parassita" e raffigurato come un insetto stretto tra due bacchette sopra una Taiwan in fiamme.
Secondo quanto riferito dal quotidiano "Global Times", espressione del Partito comunista cinese, sono stati utilizzati bombardieri H-6K e missili balistici YJ-21. E il ministero della Difesa di Taiwan ha segnalato la presenza nello Stretto di 76 aerei militari e 15 navi da guerra cinesi.
Intanto il presidente di Taiwan, Lai Ching-te, ha ordinato una "risposta rigorosa" alle esercitazioni militari cinesi intorno all'isola. Lo ha reso noto la portavoce dell'ufficio presidenziale, Karen Kuo, sottolineando che Taiwan continuerà a difendere il proprio sistema democratico e costituzionale. Il presidente ha "immediatamente ordinato una risposta rigorosa da parte delle agenzie di sicurezza e difesa nazionali e il mantenimento del pieno controllo della situazione", ha detto Kuo. "Le palesi provocazioni militari della Cina sono una minaccia per la pace nello Stretto di Taiwan e la sicurezza dell'intera regione", ha scritto l'ufficio presidenziale in un messaggio su X, condannando "fermamente l'escalation di Pechino".
In seguito alle mosse di Pechino, la portavoce del Dipartimento di Stato americano ha affermato che gli Stati Uniti sostengono la "pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e si oppongono a cambiamenti unilaterali dello status quo, incluso quelli tramite la forza e la coercizione". "Le attività militari aggressive e la retorica della Cina nei confronti di Taiwan servono solo a esacerbare le tensioni e a mettere a rischio la sicurezza della regione e la prosperità mondiale - ha detto ancora -. Di fronte alle tattiche intimidatorie e al comportamento destabilizzante della Cina, l'impegno degli Usa nei confronti dei nostri alleati e partner, compreso Taiwan, continua".