Legge marziale in Ucraina, l'esercito a Kiev presidia le strade con i blindati
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"Non hanno mai risolto problemi". E sull'aggressione russa: "Invasione è una parola preconcetta, la mentalità da Guerra Fredda dovrebbe essere del tutto abbandonata"
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Le sanzioni unilaterali nei confronti della Russia, dopo l'attacco all'Ucraina, saranno "inefficaci" per risolvere la questione che ha portato all'escalation militare. Ad affermarlo è la Cina che ha assunto sempre più una posizione pro Mosca. "Le sanzioni non sono mai state fondamentalmente efficaci per risolvere i problemi. Ci opponiamo risolutamente a tutte le sanzioni unilaterali illegali", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying
Secondo i media ufficiali cinesi, gli analisti locali ritengono che la Russia sia ben preparata alle sanzioni occidentali: ha importanti riserve energetiche, petrolio e gas in primis, e puo' compensare una serie di sanzioni, per esempio sui metodi di pagamento, grazie alla cooperazione con la Cina. Anche perché, sottolinea il Global Times, un giornale ufficiale del Partito comunista cinese, diverse banche russe si sono unite al sistema di pagamento interbancario cross-border cinese e la Russia ha fatto passi sistematici per ridurre la sua dipendenza dal dollaro negli ultimi anni, anche usando l'euro e lo yuan per gestire pgamenti commerciali.
Gli effetti delle sanzioni sull'economia russa Diversi canali di pagamento utilizzano strumenti come la cinese Alipay di Alibaba anche in Russia. Per quanto riguarda le riserve in valuta estera, secondo Zhou Rong, ricercatore della Renmin University, la Russia ha qualcosa come 630 miliardi di dollari che possono contribuire a sostenere il peso delle sanzioni finanziarie per un po'. "Considerando la dipendenza dell'Europa dalle forniture energetiche russe, le chance che la Russia possa essere esclusa dalla rete di pagamento internazionale SWIFT sono poche", ha commentato Cui Hongjian dell'Istituto cinese di studi internazionali al GT. Un'ipotesi che preoccupa gli analisti cinesi, tuttavia, è che le sanzioni statunitensi possano essere dirette anche contro compagnie cinesi che abbiano legami economici con la Russia.
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Quindi Pechino deve essere pronta a minimizzare anche l'impatto sulla propria economia, tenendo presente che l'interscambio con gli Stati uniti è di molte volte superiore a quello con la Russia. Hua ha chiesto a tutte le parti di "contenersi", ma la dichiarazione seguente arrivata dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha spostato la reazione cinese a favore di Mosca, perché il capo della diplomazia di Pechino ha detto di "comprendere le preoccupazioni di sicurezza di Mosca" in merito alla questione ucraina.
Pechino, da sempre contraria al riconoscimento di entità autoproclamate, dal momento che si trova ad affrontare il rischio di una dichiarazione d'indipendenza di Taiwan, ha affermato che la situazione dell'Ucraina è "particolare e complicata". Rispetto alle sanzioni, Hua ha notato come negli "dal 2011 gli Usa hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia".
Cina: "Invasione? È una parola preconcetta" All'ennesima domanda sulla "invasione" dell'Ucraina da parte della Russia posta dai media occidentali, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha respinto "l'uso preconcetto delle parole". Hua ha aggiunto di ritenere la vicenda un "tipico stile di fare le domande dei media occidentali".
Cina: "Rispetto sovranità dei Paesi, ma comprendiamo Russia" La Cina rispetta "sempre la sovranità e l'integrità territoriale di tutti i Paesi. Allo stesso tempo, abbiamo anche visto che la questione Ucraina ha latitudine e longitudine storiche complesse e speciali e comprendiamo le legittime preoccupazioni della Russia sulla sicurezza", ha spiegato il ministro degli Esteri Wang Yi, nella telefonata con la controparte russa Serghei Lavrov, aggiungendo che "la Cina sostiene che la mentalità da Guerra Fredda dovrebbe essere del tutto abbandonata e che un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile dovrebbe essere finalmente formato attraverso il dialogo e la negoziazione".